Droga e furti in città, tre condanne confermate in appello: gli imputati finiti nell'inchiesta "Parenti serpenti"
Gela. Reggono anche in appello le accuse mosse a tre giovani, ritenuti componenti di un gruppo che, negli scorsi anni, sarebbe stato responsabile di diversi furti in città, oltre allo spaccio di droga...
Gela. Reggono anche in appello le accuse mosse a tre giovani, ritenuti componenti di un gruppo che, negli scorsi anni, sarebbe stato responsabile di diversi furti in città, oltre allo spaccio di droga.
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L’inchiesta “Parenti serpenti”. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta hanno solo ridotto la condanna già imposta a Giovanni Rinzivillo. In primo grado, il giudice dell’udienza preliminare lo condannò ad otto anni di reclusione. I magistrati nisseni, invece, hanno pronunciato un verdetto che gli impone sette anni e sei mesi di detenzione. Il giovane, difeso dagli avvocati Maurizio Scicolone e Cristina Alfieri, ha sempre respinto le contestazioni, ridimensionando il suo presunto ruolo. Conferme sono arrivate anche per Carmelo Giorlando, già condannato a quattro anni di reclusione, e Fabio Mirisola, a due anni di detenzione. Il legale di difesa, l’avvocato Mariella Giordano ha invece ribadito l’assenza di elementi che potessero collegare i due imputati alle contestazioni mosse. I tre finirono al centro dell’indagine “Parenti serpenti”, condotta dai poliziotti del commissariato e coordinata dai pm della procura.
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