Gela. Lo spaccio di droga nel tentativo di avere un reddito dopo aver perso il lavoro.
“Le pistole servivano per difendermi”. Il trentatreenne Emanuele Lauretta, arrestato dai poliziotti nelle scorse ore, ha parlato davanti al giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro durante l’interrogatorio di garanzia. E’ stato sentito, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, all’interno del carcere di Balate. Le manette sono scattate per lui e per il trentasettenne Giuseppe Antonuccio. Alla fine, i poliziotti coordinati dai magistrati della procura hanno sequestrato due pistole con matricola abrasa, una calibro 7,65 e una calibro 9, cinquantadue chili di hashish e oltre novecento grammi di cocaina. In un garage a Butera, sono state scoperte almeno trentanove piante di marijuana. “Ritornato in città – ha spiegato Lauretta – non sono riuscito a trovare lavoro. Non avevo mai spacciato ma ho tentato, acquistando la droga da alcuni grossisti catanesi. Le pistole mi servivano per difendermi”. Il trentatreenne, inoltre, avrebbe escluso il coinvolgimento di Giuseppe Antonuccio.
Antonuccio si difende. Proprio il trentasettenne si è difeso davanti al gip. Ha negato qualsiasi coinvolgimento nel giro di droga scoperto dagli inquirenti. Difeso dall’avvocato Laura Caci, ha escluso di aver avuto qualsiasi ruolo nelle attività di acquisto e spaccio di droga. I suoi rapporti con Lauretta sarebbero solo di amicizia. Entrambi i difensori, comunque, hanno chiesto al gip di concedere agli indagati una misura alternativa al carcere.