Gela. Non era necessaria la mozione di sfiducia che ha messo fine all’esperienza amministrativa dell’ex grillino Domenico Messinese per capirlo (del resto i contatti vanno avanti da mesi), ma il fronte politico ampio è più di una semplice alchimia del momento. Esponenti di centrosinistra (ad iniziare da molti dem), pezzi di centrodestra (anche vicini all’area forzista) e gruppi centristi. Un partito della città, sembra questa la prossima scommessa elettorale, sulla quale molti vogliono puntare. Probabilmente, hanno capito che il vento che tira a Roma, dove grillini e leghisti non conoscono rivali (almeno per il momento), non garantisce i numeri giusti in vista delle prossime amministrative. Quindi, si tenta la sorte politica con un’asse che potrebbe mettere insieme tanti pezzi, assicurando numeri pesanti. I grillini si ripresenteranno alla città, avendo già messo in fila sia un deputato regionale sia un senatore e con percentuali elettorali che in città non sono mai scese. La mozione ter che ha chiuso le porte del municipio all’ormai ex sindaco Domenico Messinese è stato un primo laboratorio.
Il fronte dei venti ha retto e non ha aperto varchi alle offerte che intanto giungevano dall’amministrazione comunale. E’ stato un patto di scopo che adesso qualcuno vorrebbe trasformare in qualcosa di più. Un’alleanza elettorale che potrebbe avere un maggior impatto alle urne. Che i contatti tra i vertici locali del Pd e quelli di gruppi di centrodestra come Forza Italia ci siano stati e continuano ad esserci è un fatto assodato. La mozione di sfiducia oltre i partiti (come l’ha definita Carmelo Casano che ne è stato uno dei primi promotori) si è mossa su una linea che va dai centristi di Noi con l’Italia ai dem per passare da Forza Italia e altre sigle di centrosinistra come Sicilia Futura, senza dimenticare l’apporto essenziale degli indipendenti. Uno schema politico “arcobaleno” da trasformare in cartello politico? Per ora, ci sono i contatti ma nessuno vuole sbilanciarsi. Già da lunedì, però, il partito della città potrebbe iniziare a mettere insieme i pezzi. Una serie di messaggi scambiati nel post-sfiducia sono serviti a convocare una prima riunione. L’appello è partito, in attesa di ritornare alle urne.