Gela. Regola vorrebbe che gli interventi di miglioramento della rete idrica servano ad apportare un sevizio più efficiente, in una città che non sa neanche cosa voglia dire avere acqua potabile in casa. Invece, a Caposoprano, nella zona di via Manzoni, si verifica l’esatto opposto. Sono tante le segnalazioni arrivate. Da qualche giorno, su appalto di Caltaqua, sono iniziati lavori di sostituzione del collettore principale, così da ricollegare i contatori e dare acqua a decine di famiglie e attività commerciali. Peccato, però, che l’acqua non arrivi più. Non se ne vede una goccia da alcuni giorni, proprio in concomitanza dei lavori. C’è anche chi deve prendersi cura di disabili e non sa più come fare senza acqua. Prima dei lavori, le forniture c’erano e si poteva regolarmente programmare la quotidianità domestica. Adesso, bisogna affidarsi al destino e alle autobotti private, almeno per chi se lo può permettere.
Ci sono condomini rimasti senza forniture ma che nella cassetta postale hanno fatture idriche che superano i mille euro. Una vicenda paradossale che è finita nel caos di lavori che spesso peggiorano la situazione piuttosto che dare una stabile soluzione ai disagi. Perdite idriche che si ripetono per mesi e cantieri organizzati senza i minimi controlli di qualità. Mentre la politica si interroga sul futuro del contratto con l’azienda italo-spagnola Caltaqua, l’acqua è diventata un privilegio per pochi e ormai bisogna temere gli effetti che possano derivare dai lavori di “miglioramento” della rete.