Niscemi. Tre croci piantate a terra vicino alla bandiera tricolore per simboleggiare la morte di Niscemi e del suo territorio; manifesti di lutto e necrologi per l’economia dell’intero territorio; l’appello alla ribellione e alla protesta civile: «liberiamoci del Muos».
Così, centinaia di uomini, donne e bambini stanno manifestando davanti alla base americana di contrada Ulmo, nella riserva naturale della sughereta di Niscemi. Fanno da «scudo umano» per impedire il passaggio dei tir che portano le parabole da montare per la costruzione del sistema di comunicazione satellitare ad alta frequenza, anche se alcuni mezzi sono già passati.
I dimostranti temono gli effetti dannosi delle onde elettromagnetiche sull’organismo umano che, a loro dire, verrebbe esposto alle propagazioni come in un forno a microonde.
«Non vogliamo morire nel silenzio» dicono i cittadini, ai quali si sono affiancati gli aderenti al Movimento 5 Stelle. L’ex candidato a governatore, Giancarlo Cancelleri, deputato regionale M5S, ha annunciato che la «questione Muos» sarà il primo argomento che il suo gruppo porterà all’esame dell’Ars subito dopo l’insediamento ufficiale.
Un tema sul quale dicono di aspettare alla prova il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Continua intanto anche la protesta di Giuseppe Maida, l’insegnante di scuola elementare che da quattro anni manifesta il suo dissenso contro il Muos vivendo in tenda, davanti alla base americana e ai palazzi del potere, a Niscemi, a Roma, a Palermo.
Il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, in mattinata, ha riunito in municipio il coordinamento regionale dei sindaci per concordare iniziative unitarie di contrasto alla costruzione del sistema di rilevamento satellitare.