Gela. Venerdì mattina, come abbiamo più volte riferito, il sindaco Di Stefano è atteso da un tavolo istituzionale bipartisan, al quale ha invitato l’intera deputazione territoriale, i capigruppo consiliari e il presidente del civico consesso Paola Giudice. Il primo cittadino vorrebbe un fronte comune a supporto di quello che ha ribattezzato “Salva Gela”: un provvedimento ad hoc, statale, che garantisca fondi importanti a Palazzo di Città, al fine di sanare i debiti pregressi, uscendo prima possibile dalla fase di dissesto. Di Stefano sta vagliando tante opzioni. E’ in contatto con gli alleati, su più livelli, romani e palermitani. I dem all’Ars, per il tramite del partito cittadino, hanno già preso l’iniziativa. E’ stato predisposto un emendamento alla legge finanziaria che riapre lo scenario dei contributi regionali per i Comuni in dissesto. I primi decreti emessi dall’assessorato alle autonomie locali hanno tagliato fuori l’ente gelese. Con la mossa del Pd all’Ars, si prevede un fondo fino a circa quindici milioni di euro, per i Comuni “con popolazione da 25.001 fino a 100.000 abitanti in dissesto finanziario alla data del 30 settembre 2024 e da non oltre cinque anni prima della data di entrata in vigore della presente legge”. Sono tutte condizioni che permetterebbero al Comune di rientrare tra quelli destinatari delle somme, considerate importanti in una fase delicata come quella che attraversa il municipio. Negli ultimi giorni, sono state trasmesse le prime somme, fino a sei milioni di euro, che la commissione straordinaria di liquidazione dovrà convogliare per il pagamento dei debiti fino al 2021. La commissione ha ricostruito una mole debitoria non inferiore ai 55 milioni di euro e si seguirà la procedura semplificata, con la copertura non oltre il sessanta per cento. Il sindaco ha pubblicamente insistito affinché la Regione elimini i vincoli che non permettono al Comune di rientrare nella suddivisione dei fondi, assicurati invece a importanti città dell’isola come Palermo, Catania e Messina.
L’emendamento del gruppo del Pd all’Ars potrebbe essere decisivo, purché trovi i numeri giusti e il supporto degli altri partiti. E’ un altro messaggio forte che i democratici lanciano al primo cittadino, facendo intendere che il loro supporto alla causa del “modello Gela” c’è e si sviluppa per il tramite dei riferimenti regionali e nazionali, al pari di quanto accaduto per il tavolo sul porto rifugio, tenutosi in presenza del presidente dell’Autorità della Sicilia occidentale Monti e favorito da esponenti nazionali di rilievo, a iniziare dall’ex ministro De Micheli. I dem locali, compresi quelli di lungo corso, non ci stanno al criterio dei “due pesi e due misure” che ritengono sia stato adottato fino a ora dalla Regione, dato che si apriva ai contributi solo per i Comuni in dissesto ma con popolazione non superiore ai 25 mila abitanti. Nell’emendamento viene precisato infine che “il contributo è ripartito per il 50 per cento in parti uguali e per il restante 50 per cento proporzionalmente al numero di abitanti dei comuni destinatari”.