Gela. Il “salva Gela” non è una soluzione, per ora solo potenziale, tramontata. Anzi, sul punto insiste il sindaco Di Stefano. Il primo cittadino, in questi giorni, sta approfondendo ancora di più i numeri del dissesto e quelli dei debiti passati che vanno coperti, così come indicato dalla commissione straordinaria di liquidazione. Incontrerà il consiglio comunale nella sua interezza, “non appena avrò il riscontro dei revisori”. Per la prima decade di dicembre, invece, Di Stefano vedrà tutta la deputazione locale, regionale, nazionale ed europea. “Mi aspetto un aiuto concreto”, sottolinea. Le ipotesi al vaglio, finalizzate alla copertura della mole debitoria e all’uscita dal dissesto, sono sostanzialmente due. “Il “salva Gela” non è una soluzione impossibile, come spesso sento dire – continua il sindaco – se il governo nazionale volesse, si potrebbe assolutamente attuare. Non dimentichiamo che questo territorio in passato ha dato moltissimo all’economia nazionale e continua a farlo adesso, con le rinnovabili e il gas. Abbiamo patito il prezzo dell’industrializzazione pesante. Quindi, ritengo che un sostegno da dieci-quindici milioni di euro non sia una follia ma un atto doveroso”. Se questa strada dovesse rivelarsi ostica, allora l’opzione potrebbe essere lo svincolo delle somme royalties non spese.
“Abbiamo un avanzo vincolato da circa nove milioni di euro legato alle royalties non spese – continua – basta una norma specifica per consentirci di destinare questi fondi a ripianare il debito e a far uscire il nostro ente dal dissesto. Abbiamo otto milioni di euro in cassa e circa nove dovrebbero arrivare dall’Imu sulle piattaforme. Con uno stanziamento da almeno altri dieci milioni di euro saremmo quasi fuori dal dissesto, sulla base di ciò che deciderà la commissione per il pagamento dei debiti. Se fosse al sessanta per cento, saremmo tra i ventotto e i ventinove milioni di euro”. Di Stefano, ancora una volta, chiederà ai riferimenti locali dei partiti nazionali e del governo, di dare un supporto, oltre le appartenenze politiche. Sul dissesto e sui debiti pregressi, l’amministrazione si gioca molto, rispetto al prosieguo e ad un 2025 che nella prospettiva del sindaco potrebbe già essere la via per uscire dall’emergenza finanziaria.