Gela. Se per l’impianto di Trapani, da ripristinare, la parlamentare regionale M5s Ciminnisi segnala un quasi totale fermo “nel limbo amministrativo”, va invece avanti la procedura per la riattivazione del sistema di dissalazione di Gela. A inizio mese, il commissario straordinario nazionale ha emesso il decreto, con l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica, a seguito della conferenza di servizi. Si prevede una portata d’acqua desalinizzata pari a 96 l/s, nel breve periodo, e da 192 l/s, nel lungo periodo. Sono questi gli standard per il dissalatore locale, fermo ormai da anni dopo la decisione di dismettere il ciclo. La siccità che si fa sempre più preoccupante ha spinto il governo regionale Schifani a riprendere il capitolo dissalatori, non solo con Gela e Trapani ma anche con l’impianto di Porto Empedocle, il cui iter è in sviluppo, sempre nella fase di definizione del progetto e delle autorizzazioni.
Nel decreto del commissario nazionale, per l’impianto locale, viene autorizzata la realizzazione e messa in esercizio provvisoria. Ancora viene apposto “il vincolo preordinato all’esproprio sulle aree oggetto del piano particellare di esproprio e di asservimento allegato al progetto”, così riporta il provvedimento della struttura commissariale. Sono dettate la pubblica utilità, l’urgenza e l’indifferibilità di tutti i lavori e delle opere da porre in essere. Il commissario nazionale, a seguito delle verifiche, ha dato l’assenso a un monitoraggio ambientale dell’impianto, prima e dopo la messa in esercizio, con un “piano delle procedure di monitoraggio periodico dello stato di salute del corpo idrico ricettore delle salamoie”. Il progetto di riattivazione del ciclo della dissalazione in città assorbe risorse per circa trentadue milioni di euro. Il presidente della Regione Schifani, di concerto con il governo nazionale, ha preannunciato stanziamenti complessivi, per i tre dissalatori, non inferiori a 290 milioni di euro. Nel sito gelese, proprio la Regione ancora versa somme ingenti per i costi di gestione dei moduli dell’impianto che furono progressivamente fermati e dismessi.