Gela. Piccoli imprenditori edili, ma anche titolari di rosticcerie
e discoteche, oltre a quello di un centro gomme.
Le richieste degli stiddari. Sarebbero stati tutti vittime delle richieste estorsive di un gruppo di stiddari, ora finiti a processo davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Silvia Passanisi e Marica Marino. Le indagini partirono dal ruolo di presunto capo rivestito da Emanuele Palazzo, già figura di riferimento nell’inchiesta antimafia “Agorà”. Una conferma in tal senso è arrivata dai carabinieri che seguirono quell’indagine. “Gli incontri tra gli stiddari – hanno spiegato – avvenivano nella zona di piazza San Francesco, nei pressi del municipio. Così, collocammo microspie e telecamere, anche all’interno dell’insegna di un’attività commerciale della zona”.
Dopo il blitz “Agorà”, però, le verifiche continuarono, anche a seguito delle dichiarazioni rese da uno degli arrestati, diventato per un periodo collaboratore di giustizia. Si venne ad aprire un secondo filone d’inchiesta, ribattezzato dagli investigatori “Agorà bis”. “Abbiamo sentito diverse parti offese – ha detto un altro carabiniere – erano esercenti e imprenditori che secondo quanto ricostruito avevano ricevuto richieste di denaro o avevano accettato servizi di sicurezza”. A processo, dopo il rinvio a giudizio, ci sono Francesco Carfì, Carmelo Di Dio, Vincenzo Di Giacomo, Emanuele Emmanuello, Gioacchino Lignano, Alessandro Scudera e Simone Nicastro. Le richieste dei presunti stiddari sarebbero state recapitate anche attraverso l’imposizione di uomini di fiducia nei servizi di sicurezza di alcuni locali notturni della città.
Uno degli esercenti presi di mira è parte civile con l’avvocato Giovanni Bruscia, insieme all’antiracket “Gaetano Giordano”, con il legale Giuseppe Panebianco. I carabinieri sentiti in aula hanno risposto alle domande del pm della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa. Gli imputati, invece, sono assistiti dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Giovanni Cannizzaro, Filippo Spina, Nicoletta Cauchi, Cristina Alfieri e Alberto Fiore.