“Disavanzo ancora maggiore”, numeri allarmanti dalla Corte dei Conti: Greco ha riunito la giunta

 
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Greco e gli assessori

Gela. Se a Palazzo di Città, ormai da settimane, è in corso un’attività complessiva di verifica e riaccertamento dei numeri dell’ente comunale, a Palermo la Corte dei Conti sta invece già fornendo le prime conclusioni. L’esito è tutt’altro che favorevole per il municipio, che si trova in uno stato di assoluta deficitarietà finanziaria. In settimana, i giudici contabili hanno sottolineato le criticità, pesanti, che toccano il sistema dei controlli interni (anche sulla gestione finanziaria), e allo stesso tempo non si sono espressi sul parere per l’uso dei fondi royalties, ritenendolo inammissibile. In serata, il sindaco Lucio Greco ha riunito d’urgenza sia gli assessori che il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito. Ancora una volta, sul tavolo, c’è stata l’emergenza finanziaria. Dalla sezione di controllo della Corte dei Conti, questa volta, sono pervenute le osservazioni alle relazioni sul rendiconto 2020 e sui bilanci 2019-2020, 2020-2022 e 2021-2023. Il primo cittadino pare si sia dimostrato ancora più preoccupato. I magistrati, attraverso l’analisi dell’ufficio di supporto, controllo, gestione enti locali, tracciano un quadro di chiara difficoltà nella tenuta strutturale del municipio. I capitoli in rosso non cambiano e sono sempre quelli che di fatto stanno alimentando l’attuale crisi finanziaria, aperta dal parere negativo dei revisori dei conti al bilancio di previsione e giunta fino alla segnalazione attivata dal dirigente al bilancio, in base al disposto del Tuel. Tutti elementi che potrebbero sfociare nel dissesto del Comune. Il disavanzo potenziale rischia di toccare quote elevatissime, ben oltre le previsioni (almeno fino a novanta milioni di euro). L’amministrazione vuole evitare l’extrema ratio ma i dati forniti dalla Corte dei Conti non lasciano troppi spazi di manovra. Il fondo crediti di dubbia esigibilità, uno dei talloni d’Achille dell’impalcatura contabile dell’ente, è finito ancora una volta sotto la lente di ingrandimento dei magistrati palermitani, che hanno individuato una differenza di oltre 18 milioni di euro tra quello definito dagli uffici comunali nel risultato di amministrazione 2020 e la risultanza calcolata invece nel controllo condotto in sede di verifica. Il fondo viene indicato come “sottostimato”, al punto da creare un “disavanzo latente”. Le stesse conclusioni sono formulate per il fondo rischi contenzioso, che viene definito non idoneo “a sterilizzare i rischi di soccombenza”, con un “disavanzo sommerso” di oltre 26 milioni di euro. Nelle osservazioni rilasciate e trasmesse a Palazzo di Città, i magistrati hanno approfondito la segnalazione attivata dal dirigente al bilancio Loredana Patti, a partire dalla voce delle royalties estrattive. Il dirigente, che è anche segretario generale dell’ente, ha insistito sul fatto che in municipio fosse invalsa la “prassi” di coprire i debiti fuori bilancio proprio con gli stanziamenti delle royalties, che invece la normativa in materia destina esclusivamente ad interventi per lo sviluppo e la riqualificazione. Per i giudici, il disavanzo del Comune è “notevolmente maggiore rispetto a quello emerso in sede di rendiconto 2020”. I fondi accantonati, come segnalato dai revisori, sarebbero “non adeguati”, compreso quello dei crediti di dubbia esigibilità. La massa che continua a zavorrare le sorti finanziarie del municipio è soprattutto quella dei debiti fuori bilancio. Secondo la disamina appena trasmessa in Comune, al 31 dicembre 2020 l’ente presenta debiti fuori bilancio ancora da riconoscere per quasi 47 milioni di euro. Numeri impossibili da sostenere per il Comune e che sono in aumento rispetto agli esercizi 2017, 2018 e 2019, indicati invece come “nettamente inferiori”. La lista dei debiti fuori bilancio è lunga: va dalle sentenze definitive per espropri e passa dalle richieste di acquisizione sanante e dalle mediazioni, per finire con le spese per le utenze degli immobili comunali e per il loro uso. Nelle osservazioni ci sono inoltre riscontri sulla transazione con Tekra, per crediti maturati nel servizio rifiuti, che fu autorizzata dal commissario straordinario rispetto a due decreti ingiuntivi non opposti (oltre sei milioni di euro) e vengono chieste informazioni su un terzo decreto ingiuntivo che invece è stato opposto (per oltre quattro milioni di euro). Sui debiti fuori bilanci, inoltre, sono proprio i giudici contabili a citare un passaggio della segnalazione del dirigente Patti, nella quale si sottolinea che “non per tutti i debiti fuori bilancio potrà essere garantita copertura”, proprio perché vengono mossi dubbi pesanti sulla “prassi” di “garantire la copertura utilizzando l’avanzo da royalties”. Sono passati in rassegna i rapporti finanziari con le partecipate.

Nelle osservazioni i giudici usano la definizione di “irregolarità nella gestione della spesa”, ancora una volta riportando uno stralcio della segnalazione del dirigente al bilancio, che indica “numerosi casi in cui l’impegno spesa non viene assunto nel momento in cui si perfeziona l’obbligazione giuridica ma solo nella fase successiva di liquidazione della spesa”. Ancora una volta, la Corte dei Conti sollecita l’adozione di “idonee misure correttive”, destinate a “tamponare la crisi”, convocando il consiglio comunale. Il sindaco Greco e la giunta dovranno correre ai ripari (sempre che sia ancora possibile) e con i numeri indicati dalla Corte dei Conti la norma “sblocca-royalties”, all’esame della commissione bilancio dell’Ars, potrebbe non bastare. Nelle stanze del municipio, a partire da quelle del sindaco e dei suoi assessori, sono tanti i quesiti ancora irrisolti, a partire dal “cruccio” di un ente comunale che solo fino a pochi mesi fa era dato in attivo e che oggi si trova praticamente in una sorta di sprofondo finanziario. Il sindaco Lucio Greco, fin dall’inizio di questa crisi, è stato fermo nel sostenere che quanto sta accadendo sia causa delle precedenti gestioni amministrative.

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