Gela. Un direttivo sindacale che si è aperto anche al grave attentato messo in atto in uno stabile di via Pisticci, a Macchitella.
I rappresentanti della Uiltec, sigla sorta dalla fusione di quelle dei lavoratori della chimica e del settore tessile del sindacato, hanno voluto esprimere la loro solidarietà al delegato Roberto Palmeri che, insieme alla sua famiglia, vive proprio in uno degli appartamenti danneggiati dal fuoco.
“Respingiamo ogni forma di violenza – ha detto il segretario Silvio Ruggeri – davanti a momenti del genere, credo sia necessaria la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza”.
Ma il dibattito non ha potuto trascurare i prossimi passi da muovere all’interno della fabbrica Eni. Le due linee bloccate lo scorso anno sono in via di riattivazione: i dirigenti di raffineria, comunque, hanno già fatto sapere che non sarà possibile lavorare ad organici completi.
Attualmente, meno di cinquanta operatori del diretto si trova in cassa integrazione: i circa duecento in trasferta, anche all’estero, sono stati richiamati.
“Purtroppo – ha ammesso il segretario aggiunto Maurizio Castania – la realtà occupazionale rimane molto difficile. In ogni caso, non dobbiamo mai trascurare la tutela della nostra incolumità. Quando si presenta anche il minimo rischio, i nostri tesserati in fabbrica devono fermare gli impianti”.
La riattivazione delle linee 1 e 3, però, significherà, potenzialmente, un aumento della produzione che potrebbe subire un rallentamento davanti ad uno stato del porto isola e del campo boe ancora fin troppo precario.
“Dopo l’abbandono di Siciliana salvataggi – ha concluso Silvio Ruggeri – la possibilità di far arrivare natanti di notevoli dimensioni si è ridotta. L’altro neo, come spesso è capitato, si chiama autorizzazioni. Diversi investimenti sono fermi a causa di ritardi regionali e ministeriali”.