Dighe senza acqua, agricoltori in ginocchio e non bastano le piogge: c'è chi non riesce più a produrre

Nelle campagne locali, i produttori continuano a vedere l'acqua che si perde e viene sversata, senza raggiungere i loro campi. Le piogge, poco frequenti, possono lenire la crisi ma non certo risolverla in modo strutturale

31 ottobre 2025 17:53
Dighe senza acqua, agricoltori in ginocchio e non bastano le piogge: c'è chi non riesce più a produrre -
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Gela. Le dighe del territorio, come abbiamo riferito svariate volte, sono strutturalmente inefficienti e non riescono a invasare quantitativi d'acqua sufficienti a soddisfare le esigenze di migliaia di produttori locali. Le piogge della scorsa notte, di fatto, sono servite a ben poco. Nella diga di Comunelli, come accade quasi sistematicamente, si procede con lo sversamento, dato che il bacino artificiale non può mantenere ciò che invasa, soprattutto per la quasi totale assenza di manutenzione, nel tempo, e l'accumulo di fango. I bacini di Cimia e Disueri non versano in condizioni differenti, anzi. L'interconnessione risente di guasti continui e più in generale la rete irrigua sconta gli effetti di rotture periodiche e di stop a tempo indeterminato. Per gli agricoltori del territorio, come riferito sovente, l'assenza di forniture idriche adeguate segna il de profundis economico. Sia le aziende di grandi dimensioni sia quelle più piccole, magari a conduzione familiare, vanno avanti a fatica, senza poter contare su certezze produttive. Uno sfregio vero e proprio per la Piana di Gela, tra le più estese dell'intera isola, dove però investire nel comparto agricolo è diventato quasi impossibile. C'è chi si arrende definitivamente e chi invece cerca di barcamenarsi, tra molteplici difficoltà. L'acqua che finisce in mare o che comunque si perde, senza essere invasata, è l'onta più pesante da sopportare per gli operatori. Addirittura, c'è chi non riesce più a produrre e deve acquistare i carciofi per il consumo domestico piuttosto che averli dai propri terreni, ormai a secco. Mesi addietro, un produttore locale, Angelo Mancuso, formalizzò una denuncia, chiamando in causa la Regione, ritenuta responsabile del fallimento del sistema delle dighe locali. Il procedimento attivato, probabilmente, andrà verso l'archiviazione. Da Palermo, il governo regionale ha più volte ricordato che c'è un forte impegno per il comparto agricolo. Sono stati stanziati fondi, così come ha riferito il parlamentare Ars Salvatore Scuvera, per la riparazione dell'interconnessione Cimia-Disueri, per il sistema delle traverse, per la rete vetusta e per la messa in sicurezza del bacino di Comunelli. Chiaramente, non sono interventi che potranno sanare in via definitiva il deficit infrastrutturale ma potrebbero diventare un primo passo concreto. Interventi e lavori devono iniziare con una certa solerzia. Nelle campagne locali, i produttori continuano a vedere l'acqua che si perde e viene sversata, senza raggiungere i loro campi. Le piogge, poco frequenti, possono lenire la crisi ma non certo risolverla in modo strutturale.

In foto il bacino di Comunelli

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