Gela. Se quelli del fronte della sfiducia manterranno il patto, riuscendo a mettere fine anticipatamente all’esperienza in municipio del sindaco Domenico Messinese, allora si aprirà un lungo periodo pre-elettorale che potrebbe riservare non poche sorprese. Dietro alla terza mozione di sfiducia, infatti, non c’è solo un accordo contro Messinese e la sua giunta quater, ma si stanno gettando le basi per un’alleanza elettorale, che dovrebbe servire in un’ottica anti-Movimento cinque stelle. Tanti danno i grillini già favoriti in vista di eventuali elezioni anticipate. Quanto accaduto con la vicenda Messinese non sembra pesare sui numeri dei pentastellati, che potrebbero presentarsi da battistrada alla prossima corsa elettorale. Il “laboratorio” politico, però, è aperto da mesi. I contatti tra Pd e pezzi di Forza Italia, garantiti da alcuni dei vertici locali dei due partiti, non sono stati solo un episodio casuale, anzi. Dem e forzisti potrebbero essere l’asse portante di un’alleanza che tocchi diverse sponde, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Le segreterie cittadine sanno che presentarsi da soli alle urne significherebbe andare incontro ad una più che probabile sconfitta, soprattutto se il binomio di governo Lega-Movimento cinque stelle venisse varato anche nei territori. I numeri dei grillini locali fanno preoccupare, pure senza accoppiata con i salviniani.
Non solo le amministrative vinte tre anni fa. I cinquestelle sono riusciti a piazzare anche un deputato regionale (Nuccio Di Paola) e un senatore (Pietro Lorefice). I dem sono usciti con le ossa rotte dalle amministrative di tre anni fa e qualche ex potrebbe tornare a rinsaldare le fila del partito, visto che il centrosinistra locale non offre molte altre soluzioni. Ma l’alleanza potrebbe essere ancora più ampia, coinvolgendo diversi gruppi della dimensione centrista, oltre alle solite liste civiche (con il compito di far confluire ancora più voti). Le ruggini del passato, che hanno portato anche a divorzi clamorosi, potrebbero essere coperte dal panno di un’alleanza elettorale, finalizzata ad entrare in municipio dalla porta principale. Tanti si muovono con circospezione, ma i contatti sarebbero frequenti. La terza mozione di sfiducia è il primo vero banco di prova, forse quello più importante. Quelli del fronte, in aula, cercheranno di capire se la fiducia reciproca sarà ripagata e se gli accordi assunti (almeno in ottica anti-Messinese) verranno rispettati. A mozione approvata, potrebbe partire la seconda fase, con i pezzi dell’alleanza che dovranno incastrarsi tra loro. Per ora, niente nomi o liste di possibili candidati (anche alla poltrona di sindaco), ma solo l’intenzione di capire se dal laboratorio dell’alleanza possa uscire un gruppo compatto, al di là degli schieramenti classici. “Campioni” di voti, gruppi di centrodestra e centrosinistra in un’unica soluzione, ma anche new entry e volti spendibili agli occhi degli elettori. Il laboratorio ha l’aspetto di un cantiere appena aperto.