“Di Stefano vuole far partire il tavolo a prescindere”, Pizzardi: “Non faremo da convitato di pietra”

 
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L'avvocato Rochelio Pizzardi (Iv)

Gela. Nel fine settimana, il patto progessista-civico dovrebbe avviare ufficialmente il percorso programmatico verso le urne del 2024. I moderati, gruppo eterogeneo che potrebbe essere interessato ad una disamina degli obiettivi di questo fronte, ha chiesto di attendere, così da avere riscontri da altri movimenti con i quali le trattative sono in atto. Lo ha spiegato il presidente provinciale di Italia Viva Giuseppe Ventura. Il civico Terenziano Di Stefano, tra i precursori di un cammino che inizi a velocizzare il passo, non ha posto alcuna obiezione ma ha comunque sostenuto che il tavolo previsto sabato deve comunque partire. Chi arriverà dopo avrà la medesima dignità politica di quelli che invece si siederanno già alla prima “chiamata”, così ha precisato. Una posizione che non pare convincere più di tanto, anzitutto proprio i renziani ma anche gli altri esponenti moderati. “Ringraziamo sentitamente Di Stefano per la premurosa accortezza di volere tenere aperte le porte di un tavolo che lui ha intenzione di avviare a prescindere. Ovviamente – spiega il coordinatore Iv Rochelio Pizzardi – ricambiamo la cortesia lasciando le porte del nostro tavolo apertissime per consentire di potere entrare a chi condivide le nostre stessa finalità, compreso il gruppo di Di Stefano che certamente può rientrare così come ne è uscito per motivi forse facilmente intuibili ma che ancora oggi non conosciamo”. Tra civici e moderati, di recente, c’era stato più di un approccio ma alla fine “Una Buona Idea” e “Civico lab” hanno optato per scelte non in totale controtendenza ma certamente non affini a quelle del tavolo già in essere. Civici, dem e grillini, vorrebbero rafforzare un contesto politico, strutturato anche attraverso i moderati: un vero e proprio patto per la città. Sabato è previsto un primo incontro allargato e chiaramente l’apertura è massima verso i centristi.

L’incontro da tenersi a tutti i costi sta fornendo reazioni decisamente fredde da parte dei moderati. C’è chi teme che l’invito sia quasi solo una sorta di tentativo per fare numeri ma senza una vera equiparazione politica tra tutti i potenziali alleati. Il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, il commissario dem Giuseppe Arancio e lo stesso Di Stefano, a più riprese, hanno sottolineato che “si parte tutti sullo stesso piano”. Pizzardi e i moderati non appaiono così sicuri. “Certo, ci sembra un po’ azzardato pretendere di avviare, a prescindere, il tavolo cosiddetto unitario, per poi affermare di trovarsi d’accordo sulla necessità di non precostituire primogeniture o leadership.
Un tavolo che inizia a trattare temi importanti, tracciando linee programmatiche e possibilmente compiendo scelte – aggiunge -come si può conciliare con la caratteristica dell’essere senza leadership e con pari dignità tra tutte le forze politiche? Soprattutto, con l’ingresso postumo di altri partiti o gruppi politici? Delle due l’una, o si ricomincia da capo e allora si è perso solo tempo, peraltro facendo teatro, oppure le forze che aderiscono dovranno accettare il pacchetto così come è stato confezionato da altri, con la conseguenza di rendere sterile, e per certi versi menzognero, ogni proclama di parità di posizione tra tutte le forze politiche che comporranno quel tavolo.
L’intero tavolo di centro è aperto ad ogni possibilità tranne a quella di fare da convitato di pietra”.

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