Di Stefano: “Su royalties attacco alla dignità, Regione non può solo spremere la città”

 
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Terenziano Di Stefano

Gela. Se il sindaco Lucio Greco sembra più che possibilista sul successo dell’iniziativa per il riconoscimento delle royalties del progetto “Argo-Cassiopea”, l’ex numero due della giunta, il civico Terenziano Di Stefano, si sarebbe aspettato molto di più già dalla discussione del collegato bis. “L’epilogo consumatosi in Ars con la mancata modifica della normativa sulle royalties è un attacco frontale alla dignità del nostro territorio che a ben guardare i fatti viene considerato un territorio dal quale prendere ma al quale, quando si tratta di dare, non viene dato nulla. Il tema, per me, è un comandamento – dice Di Stefano – nostre le coste, nostro il gas e allora nostre le royalties. Abbiamo chiesto, e sia chiaro io personalmente non smetterò, quel che è nostro e il riconoscimento di quel che è nostro passava per una modifica alla normativa che di fatto fatto taglia fuori i Comuni dal riparto delle
royalties riconoscendolo, invece, esclusivamente alla Regione e allo Stato e relegandoci a meri spettatori di cifre da capogiro. A noi? Niente. In sostanza e per intenderci, la Regione, oltre allo Stato, è la
beneficiaria regina dei milioni di euro derivanti dalle royalties ma il territorio dal quale sarà estratto il gas è nostro”.

Per Di Stefano, che da tempo spinge sul tema royalties, non è giustificabile ciò che è accaduto con il collegato bis. “Il mio personale apprezzamento va a quei deputati del territorio che si sono spesi e che, pur di vedere modificata la normativa e quindi acquisire il risultato per il territorio, si erano detti disponibili a rinunciare alla titolarità dell’emendamento ma nemmeno questo è bastato. Non c’è un solo motivo tecnico che giustifichi lo stop all’emendamento – dice inoltre – e benchè da più parti, probabilmente per rassicurare i territori, si dica che la modifica alla normativa sarà inserita nella legge di stabilità, credo che l’arte del procrastinare altro non sia che un modo per
prendere tempo nella speranza che il tema cada nel dimenticatoio. Nel mio dimenticatoio certamente non cadrà ed anzi, sul punto, non
mollerò ed attenderò settembre proprio per capire se verrà o meno inserito nella legge di stabilità. Non ci sono più scuse e qualsiasi scusa utilizzata altro non sarà che la manifestazione di volontà politica di
volerci spremere sempre senza riconoscerci quel che è nostro”. I civici non fanno passi indietro. “In particolare – conclude – l’attività da parte della Regione dello spremere senza sosta questo territorio, è una consuetudine conclamata. La Regione prende da Gela, accumula, capitalizza, lo fa anche grazie allo sfruttamento delle energie rinnovabili e delle estrazioni del petrolio e certamente il governo lo ha fatto in termini di voti che hanno consentito di sedersi ai posti di
comando. È tempo che la Regione dia e la smetta di spremerci o sarà bene che, a tempo debito, non venga a bussare alla porta di Gela oppure troverà un muro di cinta. Le royalties sono nostre, su questo punto non c’è alcuna mediazione politica che tenga e questa città non è la mamma della Regione che si priva di quel che è proprio per il figlio”.

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