Di Stefano: "Regionali? Iter è partito, dobbiamo fare quadrato con M5s, Pd, Donegani, Iv e centro"
"Dall'altra parte, infatti, non sono mai arrivati segnali di apertura ben precisi", dice il sindaco. Sono riflessioni che matureranno nei prossimi mesi, non necessariamente da collegare a potenziali cambi in giunta

Gela. Il messaggio ai naviganti, in questo caso i suoi stessi alleati, lo ha inoltrato più volte: in municipio la precedenza spetta a punti amministrativi fondamentali, partendo dal bilancio stabilmente riequilibrato. Secondo il sindaco Di Stefano, non si può transigere e il lavoro è finalizzato alle tante emergenze in atto, che spesso si ripetono, come quella idrica. Il primo cittadino sa benissimo, però, che “l'iter delle regionali è già partito”. “Abbiamo fatto la nostra scelta, è la coalizione che abbiamo formato. Non ci sono altre soluzioni. Dall'altra parte, infatti, non sono mai arrivati segnali di apertura ben precisi”, sottolinea. Da settembre, soprattutto se il bilancio verrà approvato nell'arco di quelle settimane, qualche spazio in più per la strategia politica potrà aprirsi. “Dobbiamo iniziare a fare quadrato – continua Di Stefano – con i cinquestelle e l'onorevole Di Paola, con il Pd, con Donegani, con le forze civiche che si rivedono nel progetto e con i partiti di centro, anche Italia Viva. Bisogna evitare che in un modo o nell'altro venga bloccata la nostra azione politica”. Di Stefano non trascura il fatto che il centrodestra, area di governo a Roma così come a Palermo, “attira molto soprattutto quegli esponenti che in prospettiva guardano alle regionali o alle nazionali”. “Nella nostra parte, invece, c'è poco o nulla, salvo l'esperienza del modello che ci ha condotti a vincere in città”, dice inoltre. Il sindaco pare sempre più convinto che l'esperienza civica del gruppo che fin dall'inizio lo sostiene, insieme ad altre entità fuori dai partiti anche in provincia, debba necessariamente strutturare un progetto in area centrosinistra, per tentare di controbilanciare la forza d'attrattiva del centrodestra. Probabilmente, pure la vicenda della rete ospedaliera rafforza questa consapevolezza verso un'alternativa al centrodestra. Non sarà facile limitare la capacità d'urto di un centrodestra che numericamente, sul territorio, i pesi li mette in campo, come accaduto in occasione delle provinciali, aperte al voto solo di sindaci e consiglieri comunali. Di Stefano barra la casella progressista ma non rinuncia all'area di centro, come del resto aveva fatto intendere pure il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola. Sono riflessioni che matureranno nei prossimi mesi, non necessariamente da collegare a potenziali cambi in giunta.
In foto il sindaco Terenziano Di Stefano