Gela. Non si sente un candidato depotenziato e nonostante tutto lascia le porte aperte al Pd e non solo. Il civico Terenziano Di Stefano, alla guida del progetto Gela varato come sintesi conclusiva dell’agorà politica, è convinto che le scelte fatte stiano iniziando ad aggregare e ad interessare la città. Passi indietro non intende muoverne e l’appoggio degli alleati non gli manca, a partire dal gruppo del Movimento cinquestelle. “Azzerare tutto? Sarebbe uno scivolone politico – spiega – il percorso dell’agorà è andato avanti con regole precise, ad iniziare da un progetto predisposto inizialmente da noi civici, dal Movimento cinquestelle e dal Pd. C’era un dovere morale di rimanere nel progetto, indipendentemente dalla scelta finale sul candidato. Cinque anni fa, pensavo di poter avere l’occasione giusta, nel progetto civico. Alla fine, venne scelto Greco e noi siamo rimasti e i risultati li abbiamo ottenuti. Se io non fossi stato scelto al termine del confronto nell’agorà, il nostro gruppo sarebbe comunque rimasto, senza ombra di dubbio”. L’ex vicesindaco, nel 2019 già nella stessa coalizione del Pd, proprio dai dem si attende delle risposte. Il commissario Giuseppe Arancio ha confermato di aver chiesto al vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, “facilitatore” nel progetto agorà, di stoppare la candidatura di Di Stefano, per ridiscutere e consentire un rientro pieno nel progetto. Il coordinatore regionale pentastellato ha detto no, confermando che la soluzione è quella dell’ex assessore. Non ci saranno ripensamenti. “Io spero che dal Pd arrivino delle spiegazioni chiare – continua Di Stefano – per me, rimane un pezzo centrale del progetto. Non capisco perché io andavo bene, per alcuni esponenti dem, quando abbiamo condiviso l’emendamento sulle royalties “Argo-Cassiopea” ma non sarei adatto invece a guidare il progetto Gela, voluto proprio dal Pd e così coniato dal commissario Arancio. Faccio fatica a comprendere le dinamiche messe in campo da alcuni esponenti del Pd. Io spero che possano esserci nel progetto e le porte sono sempre state aperte”. Non si sente indietro, anzi. “Se vogliamo fare un confronto sul piano della moralità o della capacità amministrativa, io sono pronto – dice inoltre – noi andiamo avanti e lo facciamo con tutti gli alleati. Stiamo chiudendo diverse liste e spero che la prossima settimana possano aggiungersi gruppi importanti. Perché dovrei tirarmi indietro? C’è forse un super candidato capace di trainare tutto e tutti? Non mi pare, non lo vedo. Penso invece che ci siano le condizioni per concretizzare questo progetto che sarà di prospettiva, non finalizzato solo alle amministrative di giugno. Altri invece parlano solo di candidati ma il progetto dov’è? Questa litania del fatto di aver governato con Greco mi pare assurda. Praticamente tutti, negli ultimi venti anni, hanno avuto ruoli di governo della città, con le amministrazioni che si sono susseguite”.
Di Stefano ha già ottenuto il sì dei grillini, del suo progetto civico (“Una Buona idea”-”Civico lab”), di “Ripartiamo da zero” dell’imprenditore Melfa, del partito comunista, di Azione, Sud chiama nord e del gruppo “Idee e partecipazione”. Il comitato elettorale aprirà la prossima settimana, in centro storico, mentre per inizio aprile la coalizione sta predisponendo i particolari di un evento pubblico, aperto alla città. “Presenteremo Gela open lab – precisa – sarà l’occasione per parlare con i cittadini ed esporre il nostro programma. Puntiamo sulla concretezza, su un rapporto diretto con la città. Siamo già nei quartieri. I riscontri ci sono. Vogliamo fare uscire l’ente comunale dal dissesto prima possibile, così da creare le condizioni per i progetti e gli investimenti. C’è invece chi sembra quasi scollegato dalla città vera, questo mi dispiace molto”.
Magari non va bene ul fatto che Di stefano è partito con l’attuale sindaco, ha fatto il vice ed ora si propone come amico del PD. Coerenza si chiama e attaccamento alla solita bella poltrona.