Gela. “Siamo costruttori, aperti alle forze sane del territorio”. L’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano ha aperto l’agone che condurrà alle amministrative. Con lui, questa mattina al lido “Controcorrente” tutti gli alleati dell’agorà. Al tavolo della presentazione, al suo fianco, i senatori M5s Pietro Lorefice e Ketty Damante, insieme al garante dell’agorà, il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola. I grillini hanno messo il sigillo sulla candidatura di Di Stefano. In prima fila, i riferimenti del progetto civico Giovanni Giudice e Giuseppe Favitta, l’imprenditore Maurizio Melfa, Luigi Di Dio di Azione (presente l’ex assessore Francesca Caruso) e Nuccio Vacca dei comunisti. Con l’alleanza ci sono inoltre Sud chiama Nord di Cateno De Luca e “Idee e partecipazione”. Progetti e “modello Pinqua” (il programma di finanziamento “Qualità abitare” che ha portato alla città circa trenta milioni di euro) sono gli architravi di un’alleanza saldata proprio dai pentastellati (in sala anche il consigliere M5s Virginia Farruggia). “Rompere le pareti di questo percorso e iniziare a parlare con la gente”, è il primo richiamo di Di Stefano alle prossime tappe di una coalizione ancora aperta a nuove adesioni. Come già riferito, alla prima ufficiale di Di Stefano non c’erano i dem, attesi ad una scelta in tempi brevi e che hanno fatto parte integrante di un’agorà che ha avuto come base proprio democratici, civici e grillini.
“Dobbiamo guardare al 2030, in prospettiva per la città – ha detto Di Paola – oggi siamo senza simboli perché vogliamo presentare il nostro sindaco, Terenziano Di Stefano. Faremo una successiva presentanzione con tutti i simboli. Sono convinto che altre forze politiche arricchiranno questa coalizione. Sarà un modello anche fuori dalla Regione”. L’agorà, che ha perso i gruppi dei candidati Donegani e Franzone oltre ai moderati (che vanno verso altre vie politiche), sembra puntare sulla città e sul contatto diretto con chi dovrà esprimersi alle urne. Niente apparati di partito precostituiti ma una congiuntura di forze che per l’imprenditore Melfa devono essere “etiche” e non legate “al Dio denaro”. “Nessun Greco bis – ha continuato Melfa – non dobbiamo rispondere ad attacchi. Accusarci di essere un Greco bis non ha senso. Questa è un’altra squadra. Di Stefano fa squadra, la città ha bisogno di aggregazione”. “Di Stefano è la scelta migliore per la città e per Gela”, ha esordito il senatore Damante. “La migliore scelta politica, Di Stefano ci mette testa, cuore e pancia”, così ha detto ancora Damante. Una coalizione strettamente “di territorio” senza decisori esterni, anche su questa peculiarità puntano quelli dell’agorà di Di Stefano. “La migliore guida possibile per un gruppo di persone innamorato della città – è intervenuto Lorefice – ognuno di noi deve avere un ruolo attivo. Per me, l’obiettivo è il 2050. Abbiamo la forza giusta. Solo lui però non basta. Ha già governato processi complessi. Non è più tempo di tatticismi. Il nostro è un grande sogno”. La coalizione ha sicuramente un’impronta forte dei civici e lo ha confermato il segretario di “Una Buona Idea” Giovanni Giudice. Il gruppo è stato fondato dallo stesso Di Stefano e allargato a “Civico Lab” del segretario Favitta. Oggi è alla guida dell’alleanza. “Terenziano insieme al gruppo, alla coalizione – ha precisato Nuccio Vacca dei comunisti che era nella rosa dei papabili – la città vive un momento storico. La città esca, stia in piazza. Mi rivolgo ai professionisti, a chi è restio. Fermateci, chiedeteci, noi siamo con la città”. “Generosità e inclusivita’”, sono i punti di forza per Favitta. Non ha trascurato il passo indietro di cinque anni fa, fatto proprio da Di Stefano, in rampa di lancio in quella che allora era la coalizione “arcobaleno” che optò alla fine per l’avvocato Greco. “Una Gela normale per una coalizione che ha intenzione di durare nel tempo – ha aggiunto Favitta – guardiamo ai nostri figli per farli rimanere in questa città”. Azione sta con l’agorà pur non avendo partecipato al percorso. Un legame politico e amministrativo che per il calendiano Di Dio “era già nato, c’era già”. “Di Stefano ha sempre usato l’espressione noi – ha voluto sottolineare – già quando ci siamo confrontati per i progetti di “Qualità abitare-Pinqua”. Di Stefano è uno di noi”. L’agorà lancia la fase due e aspetta altre anime che vogliono trovare collocazione programmatica nel percorso che non si ferma, anche sul recente modello sardo. Una sintonia fin dall’inizio che passa dai mesi dell’agorà e dovrà poi eventualmente trovare piena attuazione a Palazzo di Città.