Gela. Per i dem locali è ormai tempo di organizzare le tappe d’avvicinamento alle urne del prossimo anno e forse per la prima volta dal dopo-sfiducia il segretario cittadino Peppe Di Cristina è piuttosto esplicito, almeno da un punto di vista politico. “Nel Pd la porta non è mai stata chiusa per nessuno – dice – non ci sono i pro-Faraone o quelli che sostengono Nicola Zingaretti, ma c’è il partito. Tutta la classe dirigente locale deve dare un contributo con l’obiettivo del successo elettorale. Nessuno verrà escluso. Il metodo più democratico è il voto. Incomprensioni? Forse, quelle iniziali sono state quasi volute. Quando ho assunto la guida del partito, nel febbraio di due anni fa, tanti dissero che lo avrei portato a sostenere l’ex giunta Messinese. Invece, siamo stati fondamentali per arrivare alla sfiducia”. Sembra una prima risposta al fronte locale che sostiene il neo segretario regionale Davide Faraone e che non sempre è stato benevole verso la gestione Di Cristina. “Non ho alcun problema a dialogare con il segretario Faraone e anzi per me sarà quasi un dovere, qualora venissi eletto a segretario provinciale del partito – continua – se invece non sarò segretario provinciale né sarò più segretario cittadino, allora mi metterò a disposizione del Pd candidandomi. Voglio dare il mio supporto diretto”. Alcuni ex dem, ormai fuori dal partito perché in disaccordo con le strategie di Di Cristina, sono tornati a parlare di un eventuale rientro in concomitanza dell’avvento di Davide Faraone alla guida del Pd siciliano.
“Ripeto, non c’è mai stata la porta chiusa per nessuno – aggiunge il segretario – ognuno potrà dare il proprio contributo che verrà valutato con la prova del voto. Alleanze? Non ne escludo nessuna. A livello regionale, ormai, la linea è piuttosto chiara pure rispetto ai rapporti con Forza Italia. Il mio obiettivo è presentare la lista entro fine gennaio insieme al programma da proporre alla città. Dobbiamo iniziare a parlare di temi importanti, come il rapporto con Eni. Ci sono tutte le condizioni per una seconda lista. Io sono del parere che la prima debba avere il simbolo del Pd mentre la seconda sarà una civica. Le soluzioni verranno vagliate nel proseguo. Una cosa deve essere chiara, però, non voglio dare lezioni a ma allo stesso tempo non ne voglio prendere da nessuno”. La segreteria del Pd è sempre più disposta ad aprire ad aree politicamente “ostili” pur di portare acqua al proprio mulino elettorale. Tutto può ancora accadere, soprattutto se dovessero arrivare inviolabili diktat da Roma o Palermo.
Di Gristina ti salvi solo se non metti il simbolo….. Sei furbetto ma non basta.