Dem ancora sul “confine”, Di Paola conferma Di Stefano: Arancio, “altri dieci giorni”

 
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Il commissario del Pd Giuseppe Arancio

Gela. Il posizionamento del Partito democratico, nello scacchiere verso le prossime elezioni amministrative, non sarà un esito immediato. Chi si attendeva una soluzione quasi definitiva, al termine del vertice convocato in serata, non potrà trovare riscontro. Quella coordinata dal commissario Giuseppe Arancio è stata una verifica ma senza conclusioni prestabilite. “E’ stata una riunione molto partecipata, anche oltre le aspettative – spiega l’ex parlamentare Ars – volevamo informare anche dei passaggi che ci sono stati. Abbiamo infatti incontrato, negli scorsi giorni, il coordinatore dell’agorà, l’onorevole Nuccio Di Paola. Anche su impulso delle forze moderate, nel tentativo di rientrare tutti nell’agorà, abbiamo chiesto di ripartire con una persona che potesse consentire a tutti di proseguire il percorso. Di Paola non ha accolto la proposta e questo sicuramente ci crea qualche difficoltà”. Il vicepresidente Ars non ha mai fatto passi indietro sulla candidatura dell’ex assessore civico Terenziano Di Stefano.  Tra le fila dem, le posizioni sono invece piuttosto eterogenee, comprese quelle di molti dirigenti. L’opzione naturale di rimanere nell’alveo dell’agorà, insieme ai grillini e a tutti gli alleati che stanno con Di Stefano, tiene banco ma non è la sola. La “sintesi” politica confluita proprio intorno all’ex vicesindaco continua a non convincere almeno un’area del Pd cittadino. Il commissario Giuseppe Arancio, ad oggi, non si è mai sbilanciato. Vuole traghettare il partito verso una casella condivisa. Molto più netto è stato uno dei vice-coordinatori, Giuseppe Fava. L’ex presidente del consiglio comunale è fermamente legato all’agorà e alla coerenza di rimanere nello schema praticamente fondato dai dem. Il passo non è però scontato e tra le fila del partito qualche dirigente non esclude che una decisione arriverà ma non prima di fine mese. “Ci siamo dati altri dieci giorni – precisa Arancio – per stabilire il perimetro in cui saremo e il candidato”. Allo start per le amministrative, c’è peraltro uno dei dirigenti storici del Pd cittadino, l’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, che è attualmente sostenuto dal laboratorio “PeR”, da Sinistra italiana e dalla lista “#2029”. In casa democratica pare che nessuna soluzione possa dirsi tramontata. “Abbiamo fatto una sintesi di tutto ciò che è accaduto – aggiunge Arancio – perdere Franzone e i moderati, insieme ad altri pezzi dell’agorà, ci ha fatto molto riflettere. Sono perdite che hanno un significato. Sono esponenti importanti. Per noi è una difficoltà. Volevamo riportare una certa serenità nell’agorà ma Di Paola non ha intenzione di mettere in discussione la sintesi già fatta”.

I cinquestelle, in primis, da settimane cercano di cucire una geografia politica che li metta insieme ai democratici e a tutti gli alleati di Di Stefano, ricalcando lo schema di un campo largo ormai diffusamente attuato in diverse Regione, Sardegna in testa, e che ha messo insieme forze progressiste, moderate e civiche. Il lavorio interno al Pd proseguirà e le prossime settimane diranno anche quale linea prevarrà. I contatti con i grillini e con lo stesso Di Stefano (entrambi ritengono i dem centrali nel progetto) vanno avanti in maniera costante. Il Pd però dovrà dare una risposta, il cui tenore potrà incidere sullo scacchiere di quello che era il campo del centrosinistra, oggi molto più liquido e mai esente da sorprese impronosticabili.

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