De Scalzi al Sole 24ore: "Giovedì parte la produzione di combustibile da rifiuti"
Gela. Il 27 dicembre, ovvero subito dopo le festività natalizie, Eni avvierà a Gela le attività dell’impianto waste to fuel, ovvero la produzione di combustibile da rifiuti. Lo ha confermato in una in...
Gela. Il 27 dicembre, ovvero subito dopo le festività natalizie, Eni avvierà a Gela le attività dell’impianto waste to fuel, ovvero la produzione di combustibile da rifiuti. Lo ha confermato in una intervista al Sole 24 ore l’amministratore delegato di Eni, Claudio De Scalzi, che ha sottolineato come quello di Gela sia “un esempio tangibile del modello integrato di economia circolare di Eni imperniato su tre pilastri (sinergia, simbiosi industriale e cambio culturale), e permetterà di acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che Eni realizzerà in altri siti in Italia”.
In sostanza per Eni Gela diventa una sorta di centro sperimentale “per realizzare diversi impianti Forsu distribuiti presso le principali città che consentirà – secondo De Scalzi – di eliminare una grande quantità di rifiuti organici, riutilizzandoli e fornendo un contributo in termini di vantaggi ambientali alle grandi aree urbane in Italia e all’estero”.
Un tema su cui una parte di ambientalisti e della politica ci vede poco chiaro perché convinta che il sito industriale possa diventare invece una sorta di grande centro di stoccaggio e lavorazione di rifiuti che nessuno vuole eliminare.
“Dal 2012 al 2017 – aggiunge – Eni ha investito circa 5 miliardi di euro tra riconversioni industriali, ricerca e bonifica. Nel prossimo piano indicheremo l’impegno per l’economia circolare che include, oltre alla raffinazione “green”, anche la chimica e il progetto rinnovabili”. Oltre a Gela, Eni sta implementando il progetto per la realizzazione di un prototipo industriale a Ravenna e sta studiando anche lo sviluppo di un impianto su larga scala. Si parte dall’Italia per proporne l’adozione anche all’estero, in grandi metropoli come Il Cairo, Lagos o Algeri. L’obiettivo è far sì che Syndial diventi un centro di profitto.
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