Danni bellici a Caltanissetta: la storia che segnò il capoluogo nisseno per sempre

Caltanissetta colpita tra il 9 e 13 luglio 1943: 350 morti e distruzioni urbane che segnarono il capoluogo nisseno per sempre.

A cura di Redazione
05 settembre 2025 15:00
Danni bellici a Caltanissetta: la storia che segnò il capoluogo nisseno per sempre - Foto: Stanley Arthur Devon/Wi
Foto: Stanley Arthur Devon/Wi
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La città di Caltanissetta fu profondamente segnata dai bombardamenti alleati durante lo sbarco in Sicilia tra il 9 e il 13 luglio 1943. In quei giorni, la città divenne obiettivo di decine di raid aerei mirati ai presidi militari ma che causarono 350 vittime civili e distruzione estesa di edifici pubblici e privati. Quelle macerie plasmarono un’identità ferita e lasciarono cicatrici visibili ancora oggi.

Le bombe su Caltanissetta e il bilancio umano

Tra il 9, l’11 e il 13 luglio 1943, Caltanissetta subì tre raid aerei compiuti da 81 bombardieri alleati nella prima ondata del 9 luglio, seguiti da altri attacchi nei giorni successivi. Il target apparente erano i presidi militari e comandi che si riteneva fossero stazionati in città, anche se la vera 6ª Armata si trovava a Enna. Nonostante l’aspetto strategico, i raid colpirono in particolare il centro urbano causando la morte di circa 350 civili e distruggendo o danneggiando edifici civili e militari.

La notte tra il 17 e il 18 giugno 1943, precedentemente ai bombardamenti, si verificarono episodi di mitragliamenti aerei sulla città, anticipando l’escalation distruttiva che avrebbe caratterizzato l’inizio dello sbarco. Inoltre, una colonna tedesca fu mitragliata vicino al ponte Capodarso, dimostrando come il territorio nisseno fosse già teatro di combattimenti e tensioni in quel periodo.

Ricostruzione urbana e monumenti ricostruiti

Il bombardamento del 9 luglio 1943 distrusse quasi interamente la vecchia chiesa di Santa Lucia, a nord della città. Ricostruita tra il 1948 e il 1950 su progetto dell’architetto Gaetano Averna, la nuova chiesa a pianta centrale con otto lati ospita ancora oggi un crocifisso in bronzo di Michele Tripisciano salvato miracolosamente intatto dal raid. Questo episodio è simbolo della capacità di rinascita della comunità nissena dopo la devastazione.

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