Dalle parole ai fatti: al Vittorini corso di autodifesa per le studentesse

Dirigente e associazioni organizzatrici hanno evidenziato l’importanza di dare alle ragazze strumenti concreti per riconoscere e proteggere i propri confini.

26 novembre 2025 12:22
Dalle parole ai fatti: al Vittorini corso di autodifesa per le studentesse -
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Gela. “Difenditi: riconoscere, reagire, rinascere” non è solo uno slogan, ma la sintesi di un percorso che unisce consapevolezza emotiva e abilità pratiche: riconoscere i segnali di pericolo e le proprie paure, reagire con tecniche concrete e ponderate, e rinascere come persona più sicura e padrona del proprio corpo. Un percorso che si è concluso questa mattina con il corso di autodifesa dedicato alle studentesse delle quinte classi del Liceo “Vittorini” di Gela, tenuto nella palestra dell’istituto di Piano Notaro. La dirigente scolastica Serafina Ciotta, intervenuta durante la giornata, ha sottolineato l’importanza di fornire alle giovani donne strumenti reali per affrontare situazioni di pericolo, ma soprattutto per riconoscere il proprio valore e i propri limiti «Non è solo un corso di tecniche di difesa, ma un’esperienza educativa che aiuta le ragazze a capire che il loro corpo non è mai a disposizione di nessuno. La scuola deve essere anche questo: un luogo che educa al rispetto e all’autodeterminazione».

A voler fortemente l’iniziativa sono state le associazioni “Ex studenti Liceo Vittorini” e "Orizzonte Europa", che hanno collaborato con la scuola per costruire un momento formativo mirato alla prevenzione e alla consapevolezza.

«Non basta parlare di violenza: bisogna dare alle ragazze strumenti concreti, fisici e psicologici. Oggi facciamo un passo in più».

Nel corso della mattinata le studentesse, guidate dagli istruttori, hanno imparato tre tecniche fondamentali per rispondere ad altrettanti tipi di aggressioni comuni. L’istruttrice ha spiegato quanto sia essenziale associare alla tecnica anche la prontezza emotiva e la capacità di reagire senza lasciarsi paralizzare dalla paura.

La giornata si è aperta con un esercizio di introspezione condotto da una psicoterapeuta, che ha guidato le ragazze in un confronto sulle paure, le pressioni e i compromessi che spesso si trovano a vivere semplicemente in quanto donne. Un momento intenso, che ha permesso alle studentesse di riconoscere quanto il primo livello di autodifesa sia la consapevolezza di sé.

Il filo conduttore dell’incontro è stato racchiuso nella frase simbolo: “Se io non voglio, tu non puoi.”

Un messaggio chiaro, forte, che ribadisce il diritto inviolabile al consenso e all’autonomia personale. Un modo per ricordare alle giovani donne che esiste sempre un confine invalicabile e che oggi, grazie a questo percorso, hanno anche un mezzo in più per difenderlo.

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