Gela. Rinasce il cinema nella città che fu di Eschilo e Quasimodo. Là dove i greci trovarono un pezzo del loro Olimpo, in quella che per decenni fu una delle città con più cinematografi (Royal, Mastrosimone, Ariston, San Giacomo, Comunale, Multiusi, Arena Stella del Mediterraneo), per tanti lustri il proiettore era rimasto spento, negando a una grande platea la gioia di un buon film.
Ma questi sono giorni di trasformazioni per la Settima arte. Prima la produzione di un film, Wind of Corleone, in parte girato per le strade del centro storico, ora il battesimo (tra pochi giorni, al massimo settimane) del primo multisala.
Si chiamerà “Hollywood” e nasce dalle vestigia di quello che negli anni Sessanta e Settanta fu il più grande cinema teatro della città: il Royal. Darà lavoro a 15 persone.
Un nome impegnativo, perché? “E’ stata la logica conseguenza del progetto che avevamo in mente – racconta Orazio Brigadeci, giovane imprenditore che ha deciso di investire nel nuovo cinematografo- una struttura moderna, dove l’eleganza è elemento essenziale”. Basta entrare nella prima sala (saranno 6) per toccare velluti blu di prima qualità, platea a gradoni – con poltrone comode e distanziate – impianti di proiezione di ultimissima generazione. E poi la magia del Dolby Atmos, un nuovo modo di “ascoltare” il film.
“E’ uno dei nostri fiori all’occhiello – dice Pierluigi Celata, architetto dalla cui matita è nato l’Hollywood – perché garantirà a questa sala un audio eccellente”. Il suono, a differenza dei normali Dolby, che prevedono sorgenti frontali, sui lati e posteriori, nell’Atmos arriva anche dal soffitto. Un’esperienza che si annuncia emozionante. Ma dal progetto di Celata si possono cogliere molti altri segni distintivi. Come i giochi di colori sulle pareti (di grande classe le mattonelle grigio su grigio di alcuni ambienti) o il soffitto della hall, un coloratissimo “origami” di cartongesso. Cinema ma anche solidarietà. Una volta al mese l’Hollywood devolverà l’incasso a una famiglia povera, scelta dal comune. Una volta a settimana ci sarà uno spettacolo offerto agli anziani. “Ora fatemi lavorare – sorride Brigadeci congedandosi – perché dobbiamo correre. C’è del lavoro da completare”. Già, perché se l’Hollywood è ancora un grande cantiere, l’imprenditore spera di arrivare presto al giorno del vernissage. Forse entro ottobre. “Sarebbe un sogno” dice.