Gela. C’era la necessità, anche per legge, di effettuare una ricognizione di tutte le partecipazioni detenute dal Comune in diverse società, certamente non molte rispetto ad altri enti. L’amministrazione comunale ha varato una serie di conclusioni che verranno proposte al consiglio comunale. Analizzando il rapporto con le società partecipate, tecnici dell’ente e giunta sono arrivati alla conclusione di mantenere la presenza di Palazzo di Città nell’Ato Cl2 in liquidazione (con una quota del 47,85 per cento), nella Srr4 (dove il Comune ha in mano il 48,55 per cento), nella Ghelas Multiservizi (di totale proprietà comunale) e nel Gal “Valli del Golfo” (con il 15 per cento), in questo caso con l’obiettivo di trovare fondi europei che possano favorire il rilancio del territorio con partenariati pubblico-privati. La giunta Greco, almeno in base a quello che viene riportato nella relazione tecnica alla ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche, invece sembra intenzionata a rinunciare al Gruppo di azione costiera, costituito come società consortile, ma che risulta inattiva e “non rispetta i parametri previsti dall’art. 20, comma 2, lett. d) del TUSP, che stabilisce di adottare le misure di razionalizzazione per le partecipazioni detenute in società che nel triennio precedente hanno conseguito un fatturato medio non superiori a cinquecentomila euro”, si legge nella relazione. Così, si fa riferimento alla necessità di convocare l’assemblea dei soci per “valutare la messa in liquidazione”.
L’adesione al Gac risale all’ex giunta del sindaco Angelo Fasulo e avrebbe dovuto mettere insieme diversi Comuni che si affacciano sul mare, così da attrarre finanziamenti per il settore marittimo e portuale. In realtà, di risultati non se ne sono visti, con una città che ancora oggi si trova a fronteggiare l’insabbiamento del porto, tagliato fuori da qualsiasi attività commerciale.
