Gela. Anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è unito al corteo di protesta contro la paventata chiusura della Raffineria di Gela.
In città è arrivato anche il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini.
Nessuna trattativa con Eni. Il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, non intende trattare piani di ridimensionamento dell’Eni a Gela ed in Sicilia in genere. “Noi siamo molto determinati – ha detto – affinchè si debbano confermare gli accordi e aumentare gli investimenti. Innanzitutto occorre garantire l’accordo sottoscritto lo scorso anno. Eventuali piani alternativi vanno prima discussi. Non siamo contro l’innovazione ma non può esserci un nord che viaggia ed un meridione che viene abbandonato a sè stesso”.
Scelta antimeridionalista. Il sindaco Angelo Fasulo ha parlato di “scelta antimeridionalistica”. “Non ci sono trattative che tengano – ha detto il primo cittadino – L’Eni non può disattendere gli accordi ed andare via da Gela”.
Ragusa e Siracusa presenti. Al lungo serpentone si sono unite anche delegazioni di lavoratori dei poli petrolchimici e chimici di Ragusa e Siracusa. “Siamo qui spontaneamente – hanno detto – perché quello che sta accadendo a Gela potrebbe accadere anche a noi”.
Il vescovo con i lavoratori. Il vescovo Rosario Gisana ha pregato insieme ai lavoratori. “La chiesa è vicina ai lavoratori – ha detto – per noi sono nostri fratelli. Bisognare ascoltare i gemiti di quelle persone. Sono stato ai presidi ed ho parlato con loro. Ho ascoltato cose che mi hanno fatto accapponare la pelle”. Sul palco di piazza Umberto il vescovo ha preferito lasciare la parola ad un lavoratore. “Qui c’è in gioco non solo il lavoro ma anche il sacrificio umano di tante persone”. Molti operai erano accompagnati dalle mogli e dai figli. “Noi vogliamo crescere a Gela”, c’era scritto in uno striscione. Alla protesta si sono uniti i lavoratori del Consorzio di Bonifica che non percepiscono lo stipendio da 7 mesi e quelli del Progetto Vita.