Dai videogiochi alla medicina, un gelese dietro la realtà virtuale del software VRubino

 
0
Da sinistra: il professore Luigi Rubino e Rosario Esposito Ferrara.

Gela. C’è anche un gelese tra gli sviluppatori di VRubino, il software inventato dal professore Luigi Rubino che proietta la medicina in campo odontoiatrico nella realtà virtuale. 

Il software, tramite la tecnica dei videogiochi consente di proiettare un medico, tramite un visore sugli occhi, in un mondo virtuale dove realmente può manipolare impianti e inserirli nella mascella.

Si tratta di Rosario Esposito Ferrara, 29 anni, diplomatosi perito informatico all’Itis Morselli, prima di laurearsi a Catania presso l’accademia delle belle arti e proseguire gli studi a Pisa.

L’esperto informatico gelese con Paolo Benvenuti, Jeevan Bedagliacca, Nico Brindelli, capitanati da Giulio Luzzi e Giampiero Turchi, della Scuola Italia 3D Accademy di Pisa, ha fatto parte del team dei giovani informatici capaci di rendere fattibile il progetto di diagnosi e pianificazione degli interventi tramite la realtà virtuale.

“Abbiamo iniziato a marzo ma il progetto aveva mosso i primi passi l’anno precedente – spiega Rosario Esposito Ferrara – Ci siamo subito resi conto che era possibile applicare questa tecnologia anche in campo medico, nel rispetto del progetto del professor Rubino. Abbiamo dovuto spingere più avanti i limiti del programma. Fino ad oggi applichiamo la realtà virtuale nei videogiochi oltre all’architettura e all’animazione. A Pisa abbiamo fatto interagire Bocelli con Puccini tramite ologrammi. La nostra competenza proseguirà a stretto contatto con i medici, chiamati a sviluppare le tecnologie da loro richieste anche all’estero”.

Secondo l’ideatore, il professor Luigi Rubino, docente alle università di Genova, Pisa e Roma in radiologia odontoiatrica e chirurgia computer assistita, “è possibile applicare il software sia in campo odontoiatrico che in quello medicale e più in generale in tutti i settori che utilizzano il CAD”.  

“Con la realtà virtuale – spiega Rubino -, la diagnosi e la pianificazione degli interventi diventa un gioco da ragazzi, perché permette di semplificare una grossa difficoltà che hanno i dentisti, e tutti i medici, cioè – aggiunge il professore ideatore di VRubino – quella di progettare gli interventi sui 3 piani dello spazio, utilizzando però un monitor bidimensionale, cioè senza la terza dimensione, la profondità. Con la realtà virtuale, invece – incalza-, la progettazione diventa molto semplice. Basta un visore sugli occhi e un medico, servendosi di sensori sulle dita, può manipolare gli impianti e inserirli nella mascella con la stessa facilità con cui realmente è possibile “affondare” una vite tipo fischer in una struttura di cera. La posizione degli impianti può essere salvata, consentendo di realizzare manufatti protesici o chirurgici finalizzati all’intervento sul paziente mediante la stampa oppure, inviando i dati immagazzinati”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here