Gela. Sono arrivati fino agli uffici regionali per denunciare quello che ritengono un vero e proprio torto. Da circa nove anni, infatti, una decina d’imprenditori non riesce più a far giungere le proprie merci al porto isola.
Si tratta, in sostanza, di operatori commerciali che, prima della devastante mareggiata del 2004, utilizzavano due attracchi del porto per far arrivare merci, in prevalenza granaglie. I danni abbattutisi nell’area della diga foranea, però, costrinsero a cambiare programma.
Da quel momento, infatti, i due attracchi, insieme a quello destinato all’arrivo di benzine, iniziarono ad essere utilizzati solo dal gruppo Eni. Gli imprenditori, adesso, lamentano danni economici sempre più gravi. A causa dell’indisponibilità del porto isola sono costretti a scegliere altri siti siciliani per far attraccare i carichi attesi.
Nel giugno di un anno fa, la contesa sembrava essersi risolta. Su spinta di alcuni consiglieri comunali, compresi quelli del gruppo democratico: si sarebbe dovuta assicurare una sorta di turnazione negli arrivi. Non solo i carichi e le merci dirette alla raffineria ma anche quelle destinate agli imprenditori e alle loro attività.
La paventata intesa, però, è rimasta solo sulla carta. La chiusura di due linee di produzione all’interno della fabbrica Eni ha, nuovamente, generato un mutamento dei piani. Al momento, infatti, ridurre l’arrivo di navi cisterna verso la fabbrica significherebbe gravare, ulteriormente, sulla produzione Eni.
Se lo scorso giugno, gli imprenditori tagliati fuori dall’uso del porto isola avevano intravisto la possibilità di uno sblocco: a distanza di quasi un anno, la loro situazione non è per nulla cambiata. Per queste ragioni, prima di arrivare a Palermo, si sono rivolti direttamente al comandante della capitaneria di porto Emiddio Greco.
Le possibilità che la questione possa trovare una soluzione immediata, però, appaiono sempre più remote. Senza la diga foranea, ancora fuori uso, le navi cisterna Eni non possono che affidarsi agli unici due attracchi rimasti attivi. Quindi, lo spazio per le navi utilizzate dagli imprenditori viene a mancare. Dietro le imprese rimaste fuori dal giro del porto isola, inoltre, ci sono circa cento lavoratori che, all’indomani della mareggiata di nove anni fa, sono stati assegnati ad altri impieghi: nell’evidente tentativo di limitare le conseguenze. Negli ultimi giorni, proprio il comandante della capitaneria di porto Emiddio Greco ha avuto diversi incontri, allo scopo di individuare una possibile soluzione.
Non è da escludere, comunque, che proprio il comandante decida di convocare anche i dirigenti della multinazionale.