Gela. Confiscate ma sempre più vicine ad una nuova gestione della famiglia Missuto. Le aziende Icam e Igm, attualmente sottoposte alla responsabilità dell’amministratore giudiziario Salvatore Licata, sono pronte ad essere affittate proprio al gruppo Missuto che, a causa delle inchieste giudiziarie
relative a Sandro Missuto, ne ha perso da tempo l’effettiva proprietà.
“Con le autorizzazioni rilasciate dal giudice delegato – spiega lo stesso Salvatore Licata – abbiamo deciso di affittare un ramo d’azienda ad una nuova società costituita dalla famiglia Missuto”.
La conferma è arrivata anche ieri mattina durante una delle udienza del processo che si sta celebrando proprio ai danni dell’imprenditore Sandro Missuto. “Missuto – continua l’amministratore giudiziario – è attualmente un dipendente a tempo indeterminato del gruppo. Posso confermare che si tratta di un grande lavoratore”.
L’affitto del ramo d’azienda alla nuova società, stando ai responsabili dell’intera procedura, dovrebbe assicurare l’avvio di attività che, allo stato attuale, né l’Icam né l’Igm riescono a svolgere.
“L’esposizione debitoria delle due aziende – ha confermato lo stesso Licata – non permette la partecipazione ad alcune gare d’appalto né il rilascio di attestazioni fondamentali come la soa”.
La scelta assunta dall’attuale amministratore giudiziario sia della Icam che della Igm potrebbe ricreare un giro d’affari bloccato anche da crediti ancora insoluti.
“La società romana Safab – conclude l’amministratore – ci deve circa due milioni di euro. Allo stato attuale, siamo riusciti a bloccare due istanze di fallimento, una delle quali presentata da un’azienda che per anni ha lavorato all’interno dell’indotto della fabbrica Eni”.