Gela. “Troppe bugie intorno all’esperienza della mia segreteria cittadina del Pd”. Guido Siragusa negli scorsi mesi ha rassegnato le dimissioni dal vertice del partito locale, ormai in rotta con i dirigenti dello zoccolo duro. Non ci sta però ad essere tacciato per refrattario al confronto interno. “Questo lo dice Donegani – spiega – ma non è assolutamente vero. Certo, non mi confrontavo con lui perché ha sempre voluto mettere il piede in due diverse staffe. Da un lato, dirigente del Pd, mentre dall’altro fondatore di un movimento a sé stante. Tutto questo per avere la garanzia della candidatura a sindaco. Lo invito a gettare la maschera. Non mi piace essere tirato in mezzo alle polemiche. Non rispondere significherebbe dargli ragione. Dica invece che è lui il candidato a sindaco del Pd. Questa pantomima potrebbe anche concluderla. Lo sanno tutti che vuole la candidatura e l’ha già ottenuta. Lui stesso sta facendo campagna elettorale ma al contempo afferma che non ci sono precondizioni”. Siragusa ritorna sui punti che l’hanno portato a lasciare la segreteria. “Il Pd, adesso con il neo commissario – prosegue – dovrebbe spiegare se c’è effettivamente un candidato a sindaco già individuato. In questo caso, penso che ogni prospettiva di alleanza sia a serio rischio. Per le amministrative del 2024, il partito va verso una scelta da vecchia politica e piuttosto brutta”. Ancora una volta, l’ex segretario, assente alla direzione allargata convocata dal commissario Giuseppe Arancio, critica la costruzione di un partito ad personam. “Molti si sono chiesti come abbia fatto a vincere in città il segretario Schlein – sottolinea – oltre all’idea di cambiamento che abbiamo voluto sostenere, non bisogna dimenticare che a suo supporto, alle primarie in città, si sono schierati tanti iscritti o anche semplici simpatizzanti, nel tempo messi da parte in un Pd locale che punta solo a tutelare le prospettive politiche di due o tre personaggi, gli stessi che hanno volutamente destabilizzato la mia segreteria”. L’ex vertice non accetta la retorica dei “temi”, in un momento di costruzione delle alleanze in vista delle amministrative del prossimo anno. “Quando sento dire che le alleanze, in questa fase, si costruiscono intorno ai temi, mi viene da pensare che bisogna uscire dalle ambiguità e dalle ipocrisie. Sono le persone e ciò che vogliono fare ad incidere. Parlare di temi e di programmi, in questa fase – spiega inoltre – è come mettere la polvere sotto i tappeti. Si finge. La questione gira intorno alle persone, ai gruppi dirigenti e alla loro affidabilità”.
La marcia intrapresa dal nuovo corso del Partito democratico non convince affatto Siragusa e anche per questa ragione non esclude ulteriori sviluppi politici. “Se il Pd sceglierà di continuare su questa linea – conclude – che per quanto mi riguarda è destinata al suicidio politico, sono sicuro che in città per le prossime amministrative nascerà una lista di riformisti, in grado di raccogliere e riunire tutte quelle sensibilità che non si ritrovano in un partito che per le scelte più importanti non ha il coraggio di guardare al futuro ma si rivolge sempre al passato”. Per la prima volta, l’ex segretario è piuttosto schietto nel non escludere un suo impegno ma in contesti differenti da quello strettamente dem.