Da 7 anni con il morbo di Crohn: Simone chiede aiuto allo stato
Oggi è disoccupato e senza alcun sostegno economico, perché lo Stato non riconosce la sua patologia come invalidante. Il ragazzo chiede aiuto e rivendica il diritto a una vita dignitosa e a un’assistenza adeguata.
Gela. Aveva solo 14 anni quando nel 2018 gli venne diagnosticato il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica intestinale e la sua vita cambiò per sempre . Oggi, a quasi 21 anni, Simone si trova a fare i conti con una realtà fatta di dolore, discriminazioni e assenza di sostegno. La sua storia è stata raccontata dal giornalista Fabrizio Parisi nel programma Trincee, andato in onda nel febbraio 2022 su Telegela. Da allora, purtroppo, poco è cambiato per Simone. A causa dei farmaci assunti per contrastare la malattia, il giovane è affetto da una grave dermatite che lo costringe a rasare i capelli. Questo lo espone a scherni e cattiverie da parte di chi lo incontra, aggravando ulteriormente una situazione già difficile.Ma la dermatite non è l’unica conseguenza visibile del morbo di Crohn: la malattia gli ha provocato gravi problemi alla vista e lo costringe a sottoporsi a terapie e controlli costanti. Nonostante ciò, ad oggi lo Stato italiano non riconosce la sua patologia come invalidante e non gli assicura alcun sostegno economico. Simone, ex acconciatore costretto ad abbandonare il lavoro per l’aggravarsi dei sintomi, è ormai disoccupato e privo di prospettive. Oggi chiede aiuto e rivendica il diritto a una vita dignitosa, rivolgendo un appello alle istituzioni locali e nazionali affinché la sua malattia venga finalmente riconosciuta e tutelata.
La sua è una richiesta semplice e chiara: che lo Stato non lasci indietro chi combatte ogni giorno contro una malattia invisibile e invalidante, garantendo sostegno e dignità a chi, come lui, si trova a vivere sospeso tra dolore e indifferenza.
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