Gela. Il Ministro D’Alia chiarisce il suo concetto sull’abolizione delle province. Lo ha fatto ieri durante la sua visita istituzionale in città e nel corso di un convegno promosso dal suo partito, l’Udc.
I liberi consorzi per D’Alia non sono una soluzione. “Vedremo in aula il testo che licenzierà l’Ars- spiega il ministro – quello che noi diciamo è molto semplice: le province si sopprimono o non si sopprimono. Non le si sopprime cambiandogli nome, per cui bisogna capire quale percorso porta alla semplificazione dei livelli territoriali di governo, che significa efficienza, meno costi per i cittadini e più trasparenza. Questo va fatto rispettando lo Statuto della Regione. Verificheremo il lavoro dei colleghi parlamentari in assemblea”.
Il vice segretario regionale, Tonino Gagliano, è sulla stessa lunghezza d’onda. “Sopprimere per le province e creare enti intermedi senza intervenire sulla burocrazia non risolve il problema – dice – la nostra città merita di avere una sua centralità”.
Il Ministro della Funzione pubblica ha sottolineato quanto siano importanti i fondi strutturali della Comunità Europea per la Sicilia ma anche per la città. “Dopo un primo anno di rodaggio bisogna intervenire con provvedimenti che incidono sullo sviluppo della Regione – ha rimarcato D’Alia – Da troppo tempo la Sicilia è in recessione e fa fatica rispetto alle altre regioni a gestire una ripresa economica. C’è la necessità che il governo convochi un tavolo speciale con le parti sociali per individuare una serie di misure che possano servire in questo senso. I soldi ci sono. I fondi strutturali non utilizzati, 6,2 miliardi di euro vanno al Mezzogiorno, compresa la Sicilia, che deve però essere pronta a sfruttarli”.
Il comitato per lo Sviluppo ha chiarito la sua posizione. “Non siamo affatto delusi dall’incontro con D’Alia. La posizione del Ministro è per i Liberi Consorzi che mettano insieme anche i servizi comunali, oltre che quelli delle attuali Province, ed alcune funzioni di programmazioni oggi affidati alla Regione, vuole consorzi che si costituiscono liberamente e con pari dignità tra comuni”.