Gela. Un accordo ancora non c’è e i prossimi giorni dovrebbero essere quelli necessari a smussare gli angoli per cercare di pervenire ad una candidatura che possa soddisfare le diverse anime dei cuffariani. Il congresso provinciale è fissato per la prossima settimana ma non è da escludere un eventuale slittamento, qualora l’intesa complessiva tardasse a concretizzarsi. Potenzialmente, sono diverse le candidature in essere per la guida della segreteria territoriale. Tra i papabili in lizza non mancano il coordinatore attuale Natino Giannone, cuffariano della prima ora, e l’ex parlamentare Ars Pino Federico, che aderì successivamente insieme al consigliere comunale Gabriele Pellegrino. Non sono da escludere ulteriori ipotesi, sulla base di convergenze tra dirigenti e non. Nei prossimi giorni, prima del congresso ufficializzato dai vertici regionali del partito, ci saranno incontri per tentare di pervenire ad una linea unitaria, non di facile definizione. I cuffariani, in provincia, stanno facendo proseliti, sia nella zona sud che in quella del Vallone. I dirigenti locali hanno sempre goduto della piena fiducia concessagli dallo stesso Cuffaro.
Si giocano un ruolo comunque non di secondo piano nella coalizione di centrodestra che si sta approcciando alle amministrative del prossimo anno. La composizione della segreteria provinciale dirà qualcosa in più sul prosieguo e sui passi da muovere per le urne delle scadenze elettorali più urgenti. Nel partito cittadino, non è mai stato facile mantenere un certo equilibrio tra gli esponenti che aderirono da subito e gli ingressi successivi. In alcuni casi, come quando si trattò di decidere sulla sfiducia al sindaco Lucio Greco, si è rischiato di incrinare definitivamente l’asse alla base del gruppo locale, che intanto aveva già lasciato la giunta dopo la mancata svolta verso il centrodestra. Gli “sherpa” sono al lavoro per finalizzare un accordo che dia una segreteria condivisa, sempre che sia possibile.
Un partito sfasciato prima d’iniziare e personaggi che non sono all’altezza di rappresentare degnamente i valori della democrazia Cristiana, Totò Cuffaro dovrebbe guardarsi attorno.