Gela. Finisce intorno ai tavoli del Ministero dello sviluppo economico la vertenza dei lavoratori Sudelettra. Nelle scorse settimane, i vertici aziendali hanno annunciato l’intenzione di tagliare tutto il personale, impegnato nei cantieri dell’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore e a Matera. Circa una sessantina di dipendenti rischia il posto di lavoro. Le segreterie sindacali di Fiom, Fim e Uilm hanno già chiesto l’attivazione della cassa integrazione ordinaria. Almeno dodici settimane, che consentirebbero di arrivare a fine anno, per poi valutare nuove opportunità, soprattutto a livello di commesse. Per i manager lucani, da anni impegnati nell’indotto elettrostrumentale di raffineria, non ci sarebbero più molti spazi di manovra, soprattutto dopo la conclusione dei lavori della nuova green refinery. Mancherebbero ulteriori opportunità per collocare il personale.
Al tavolo ministeriale, l’azienda potrebbe optare per la cassa integrazione legata alla crisi. I segretari dei metalmeccanici Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese sembrano però fermi nel respingere questa soluzione, che non darebbe molte prospettive di ripresa lavorativa. Il confronto romano partirà la prossima settimana.