Crisi indotto, aziende contro lavoratori: basta con i blocchi

 
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Gela. La tensione è alta, così come la paura di non poter portare a casa i soldi per sfamare la famiglia. L’indotto è in gravi difficoltà e i blocchi ai cancelli della Raffineria sono continui, come accaduto anche ieri.

Le aziende hanno però voluto fare conoscere la propria posizione, esprimendo solidarietà agli operai in lotta ma anche un fortissimo disappunto per il “metodo” con il quale si affrontano le gravi problematiche sociali conseguenti alla crisi di una o più Imprese. “Il metodo prevede il blocco dei cancelli – scrivono in una nota le aziende dell’indotto – per impedire a tutti i dipendenti di tutte le imprese dell’indotto di entrare in fabbrica per svolgere il proprio lavoro. In questo modo non solo non si risolve il problema di quelle in crisi ma di contro si va a compromettere il già delicato equilibrio economico/finanziario delle altre aziende che invece stanno quotidianamente lottando per rimanere sul mercato”. 

I titolari delle aziende non vogliono insomma le lotte singole dei lavoratori che temono per il loro futuro. “Solo le aziende ed i sindacati sono nelle condizioni di discutere le varie problematiche e di trovare accordi sostenibili sulle varie crisi in atto – concludono – Qualunque altra iniziativa non governata dal buon senso e dalle leggi in vigore provoca solo l’irreparabile intossicazione dell’intero sistema Industriale con conseguenze inimmaginabili per il prossimo futuro”. 

Il rischio, secondo gli imprenditori, è quello che si arrivi all’implosione dell’intero sistema produttivo.

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