Crisi idrica e siccità, le conseguenze non mancano: tanti disservizi ed è allarme invasi

 
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Gela. La crisi idrica comincia a far sentire i propri effetti anche su Gela. In queste settimane mezza città è stata a secco. Siciliacque ha ridotto i quantitativi di 100 litri al secondo in tutta la provincia, ovvero il 22% in meno di quantitativi forniti a Caltaqua. Gli invasi sono a secco ed hanno bisogno di manutenzione. Meno acqua insomma in tutta la Provincia, e adesso si rischia una estate drammatica.
Mentre il Governo Schifani chiede “lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica sull’Isola”, l’azienda che gestisce il servizio idrico in città, ha adeguato il piano di emergenza, tagliando sia il numero di ore di distribuzione che le turnazioni distributive.
Dall’11 marzo Siciliacque ha ridotto i quantitativi di acqua in tutta la provincia di Caltanissetta, Gela compresa. La carenza di piogge e la difficoltà nello sfruttare gli invasi artificiali dell’isola impongono a tutti i sindaci di prepararsi ad affrontare una crisi idrica drammatica. Lo Stato di crisi è stato già dichiarato, così come quello di emergenza regionale nel settore potabile.
L’amministrazione comunale ha partecipato ad un tavolo operativo con Ato Idrica, Caltaqua e i sindaci della provincia per fare il punto della situazione, comune per comune.
Caltaqua sta adeguando il piano di emergenza, ed ha già ridotto i quantitativi di acqua forniti. Sono diminuiti sia il numero di ore di distribuzione che le turnazioni distributive.
Il Comune di Gela che conta oltre 68.500 utenti, è già passato da 138 l/s a 105 l/s con distribuzione a giorni alterni e per metà popolazione.
E questo sta accadendo oggi, all’alba della imminente stagione estiva che probabilmente costringerà tutti ad uno sforzo enorme nel garantire una erogazione minima alla popolazione.
Nel corso dell’incontro sono state prospettate le soluzioni per ridurre al minimo i disagi per la popolazione. Se non pioverà entro sessanta giorni la situazione diventerà emergenziale
La richiesta dell’amministrazione è quella di sfruttare fonti alternative, come le riserve idriche di Bubbonia, Pantanelli e Ragoleto. Da queste fonti potrebbero essere tirati fuori altri 25 litri al secondo che tamponerebbero i periodi di emergenza.
Intanto piovono le segnalazioni ogni giorno da ogni quartiere della città, l’acqua arriva a singhiozzo e con bassa pressione, ed alcune abitazioni non vengono fornite anche per 4-5 giorni.
I rubinetti rimangono a secco in diversi quartieri, e i cittadini espongono pubblicamente il loro malcontento.

Disservizi anche nel servizio sostitutivo attraverso autobotti. Nei giorni festivi di Pasqua e Pasquetta le saracinesche di approvvigionamento sono rimaste abbassate, creando ulteriori disagi alla popolazione.
Problemi drammatici anche nel settore agricolo, dove le condizioni critiche degli invasi, amplificano la crisi. Un allarme lanciato da tempo da Legambiente Sicilia: “Ad oggi nei diversi invasi artificiali siciliani l’acqua contenuta è di gran lunga sotto la soglia delle prossime necessità – scrivono gli ambientalisti – Oggi persino il prelievo della rimanente acqua invasata nei bacini appare complicato, a causa dei milioni di metri cubi di materiali solidi depositatisi al fondo dei laghi”.
E Legambiente punta i riflettori anche sulle‘proposte progettuali’ per la ripresa di infrastrutture “dimostratesi fallaci già tempo come il Gibbesi, il Cimia, il Blufi e il Pietrarossa, madre di tutte le opere malprogettate e peggio realizzate. Centinaia di milioni di euro che rischiano di finire nel calderone dei grandi appalti, terreno privilegiato dalla criminalità organizzata”.
Confagricoltura intanto chiede misure straordinarie per le imprese sulla scia di quanto accaduto in Emila Romagna nel post alluvione.
La crisi idrica è più che alle porte e l’arrivo della stagione calda potrà solo peggiorare le cose.

1 commento

  1. L’assurda inadeguatezza di chi ci ha governato e ha permesso a suo tempo la chiusura nel silenzio più assordante del dissalatore in Rage(malaffare o introiti personali),è quello che stiamo pagando e continueremo a pagare…
    Le amministrazioni che hanno fatto seguito continuando nel silenzio ne sono complici anche oggi

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