Gela. La “sintonia” tra Palermo e la sede locale del Consorzio di bonifica, in questi anni soprattutto, non ha mai toccato leve elevate. La crisi profonda dell’ente che opera sul territorio è ormai conclamata. Stipendi che tardano sistematicamente ad essere erogati, personale ridotto ai minimi termini e condizioni di lavoro spesso quasi estreme, non hanno per nulla favorito il buon esito del dialogo. In settimana, dopo tante richieste ripetute nel tempo, era attesa la visita del commissario del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, del quale fa parte anche quello locale. Invece, niente da fare. Ufficialmente, ragioni improvvise di salute hanno impedito lo spostamento. C’è chi teme, però, che dietro possano esserci prevalentemente esigenze pratiche: prendere tempo per avere poi in mano qualche risorsa in più, ad oggi decisamente distante dal concretizzarsi. Il tavolo dovrebbe tenersi la prossima settimana. La riforma dei Consorzi di bonifica, annunciata dal governo regionale, è già stata rispedita al mittente dai sindacati e dai lavoratori. Di recente, una delegazione sindacale e di dipendenti del Consorzio ha avuto modo di incontrare il commissario ma gli esiti sono stati tutt’altro che favorevoli.
Si naviga a vista in un territorio tra i più vasti per la produzione agricola ma sul quale pesano come macigni l’assenza di risorse, le enormi carenze idriche, un sistema di distribuzione mai efficiente e dighe distanti anni luce da standard adeguati. A risentirne non sono solo i lavoratori del Consorzio ma migliaia di operatori del settore, tra produttori e dipendenti.