Gela. L’introduzione delle criptovalute nel mercato mondiale ha creato una nuova classe di giocatori, affetti dagli stessi problemi psicologici che affliggono i giocatori compulsivi. Le criptovalute, che hanno una regolamentazione solo in alcuni Stati, hanno invece libera circolazione sul web ed il loro uso è diventato praticamente una macchia endemica difficile, quasi impossibile da estirpare: basti pensare che il Bitcoin, il principe delle criptovalute, alla fine dello scorso anno era arrivato al valore di circa 20.000 dollari, facendo sì che crescesse, al contempo, il numero degli utenti che investivano nei casinò online. Oggi, un bitcoin può essere acquistato ad un prezzo modico, rispetto a quello di fine 2017: circa 8.000 dollari ad unità. Proprio i continui cambi del valore nominale della moneta virtuale regina e delle altre criptovalute però rappresentano il maggior biglietto da visita per la stessa che diventa automaticamente attraente per gli investitori e per gli scommettitori. Numeri in forte crescita, che portano gli psicologi a sostenere che alla lunga si potranno verificare anche effetti devastanti sul comportamento degli individui.
La dipendenza da criptovalute è sempre più dilagante, è ormai un fenomeno clinico quasi e rappresenta una forte attrattiva per quelli che appartengono al pubblico degli scommettitori. Qualcosa di simile era avvenuto con le slot machine e con i casinò, fisici e online, in generale. Insomma, le criptovalutesono la nuova frontiera dell’azzardo, capace, alla pari del gioco normalmente inteso, di creare forti danni psicologici, spesso anche permanenti. La corsa per accaparrarsi la valuta virtuale è simile a quella per le scommesse virtuali, che sono occultate come figlie del mercato azionario. L’andamento dei prezzi del Bitcoin inoltre produce, nei giocatori, la stessa sensazione di ansia che si ha quando si punta ad un tavolo da gioco o su un evento sportivo. Una sensazione sì eccitante ma anche dannosa e i cui effetti possono portare ad una dipendenza disastrosa. Oggi non è insolito sentir parlare di dipendenza da criptovaluta, infatti, un fenomeno che sta destando la preoccupazione di specialisti del settore e di terapeuti. Il tasso di imprevedibilità è parecchio alto e i problemi si stanno moltiplicando a grandi latitudini, dall’Europa all’Asia, dove si cerca disperatamente una corsa per elaborare efficaci messi per riabilitare i giocatori che cadono nella trappola della cripto-mania.
Come tutte le dipendenze anche questa è associata a grandi difficoltà “altre”, come disturbi della personalità e dell’umore, disturbi creati dall’assunzione di sostanze, iperattività, stress, depressione, bipolarità e ansia. Una persona che difficilmente riesce a controllare il suo comportamento di conseguenza è portata, anche a discapito delle enormi perdite subite, a cadere nella dipendenza da gioco. Le monete virtuali, oltretutto, camuffate come sono, sembrano un semplice investimento a perdere ma in realtà sono capaci di contribuire all’occultamento delle capacità di comprensione dell’individuo, facendogli scambiare la fantasia per la realtà. Vietarle, poi, è l’ennesimo fallimento: nei paesi islamici, dove il gioco d’azzardo è perennemente combattuto, la violazione crea fenomeni dilaganti di illegalità che producono eccitazione e profitto.
La dipendenza che creano le criptovalute è stata definita dai terapeuti Bitcoin Blues. La malattia è una sorta di depressione legata al mondo della finanza e degli investimenti. Investire grandi somme non garantisce sempre un grande profitto ma di sicuro dà al giocatore, gratuitamente in cambio, mal di testa, insonnia, perdita di appetito, le classiche sensazioni che si provano quando si perde qualcosa visto come una grande opportunità. Nel mondo esistono più di 13 milioni di persone che giocano nel mondo delle criptovalute. Cosa fare in futuro? Gli analisti suggeriscono l’inversione tramite monete virtuali come un gioco d’azzardo, così da regolamentare e legittimare sempre più il settore.