“Cresce” lo scientifico ma non per la Provincia,vietato l’uso delle aule abbandonate

 
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Gela. Il liceo scientifico ha superato i mille studenti ma la Provincia non gli riconosce l’utilizzo dei propri locali, nella struttura di Piano Notaro. Per sopperire alla mancanza di almeno tre aule i liceali sono costretti a prolungare di un’ora le lezioni cosi da frequentare cinque giorni la settimana in modo da agevolare una turnazione tra le classi. Intanto, gli altri istituti che insistono nei locali provinciali di via Pitagora, pur avendo un calo di iscritti, mantengono il possesso delle aule che rimangono inutilizzate. La dirigente dello scientifico “Elio Vittorini”, Angela Tuccio, dopo avere inviato diversi solleciti a Rosalba Panvini, commissario straordinario della Provincia, anche prima dell’inizio dell’anno scolastico in corso, ha deciso di coinvolgere il Prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta. A fare scattare la protesta sarebbe stata la risposta della Panvini, giunta sono dopo l’avvio delle lezioni, pronta a concedere sei classi allo scientifico ma nel plesso della ragioneria, in via Ettore Romagnoli. Un azzardo ipotizzare il regolare svolgimento delle lezioni per

La difficoltà di raggiunge i due plessi durante il cambio ora. Un particolare che la Panvini avrebbe palesemente ignorato. “La Provincia ha risposto dicendo che potevamo trasferire sei aule allo “Sturzo”, in via Ettore Romagnoli – evidenzia Angela Tuccio – Mi chiedo perché proprio il liceo dovrebbe andare allo “Sturzo” quando esistono locali attigui alla nostra scuola e costruiti per lo scientifico. Attualmente sono in uso al “Majorana” che potrebbe farne a meno. Chiedo di intervenire con un provvedimento razionale per garantire, con urgenza, l’utilizzo di almeno tre aule indispensabili a fare lezione”. Al liceo scientifico, senza contare i nulla osta in ingresso, frequentano 1.053 alunni con un aumento pari a 64 studenti. “E’ giusto che dei locali costruiti appositamente per il liceo scientifico – conclude Angela Tuccio – e successivamente prestati al “Majorana”, non debbano tornare alla scuola di prima assegnazione e destinazione in un momento caratterizzato dall’esigenza di avere un maggiore numero di aule?”.

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