Gela. Sono quasi 900 i nuovi positivi che in quattro giorni sono stati censiti in città, il totale dei casi adesso sfiora quota 1.600. Dopo circa un mese di tregua il contagio da Covid rialza la testa: sono sette i ricoveri in ospedale negli ultimi giorni, per fortuna tutti nel reparto di Malattie infettive, mentre si mantiene vuoto il reparto di rianimazione. Anche in città sono arrivate le varianti Omicron «due» e «tre» che, secondo quanto dichiarato dagli esperti però, dovrebbero essere meno pericolose rispetto alle precedenti, non ci sarebbe invece più traccia della più temibile variante Delta, pressoché scomparsa in tutti i nuovi casi. Nelle ultime ventiquattro ore intanto, sono 130 i nuovi casi Covid, in città. Si tratta di positivi, ora in isolamento domiciliare. I guariti, invece, sono 114. Due pazienti gelesi sono stati ricoverati in degenza ordinaria, perché risultati positivi. In totale, in città sono 1.544 i contagiati. Un’impennata dei casi che rispecchia più o meno quanto sta accadendo in Sicilia dove sono 4.777 i nuovi positivi al Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore. L’indice di positività nell’Isola è del 15,6% (ieri era al 15,2%) ma la Regione fa sapere che 1.156 casi sono precedenti al 19 marzo. Ad oggi la Sicilia dunque è quinta per numero di contagi giornalieri. Nell’intera Isola ci sono 236.862 positivi al Covid, di cui 878 ricoverati in regime ordinario, 60 in terapia intensiva e 235.924 in isolamento domiciliare. I guariti salgono a 659.048, mentre i decessi a 9.860. Da inizio pandemia sono state 905.770 le persone contagiate dal Covid. Trend in discesa invece a livello nazionale. Ieri in Italia si sono registrati 60.415 nuovi casi di positività, rispetto ai 74.024 di ieri. Sono stati 370.466 i tamponi effettuati, su un totale di 195.712.501 da inizio emergenza, che portano così il tasso di positività al 16,3%. Nelle ultime 24 ore sono stati 93 i decessi (ieri 85), che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 157.785. Con quelli di oggi diventano 13.861.743 i casi totali di Covid in Italia. È tempo di riaperture, dal 1º aprile prima, e dal 1º maggio poi, il Green Pass finirà in soffitta. Dal 1° aprile addio alla carta verde per tavoli all’aperto di bar e ristoranti, negozi, uffici pubblici, poste, banche, metro e bus. Da maggio non sarà più necessario nemmeno nei luoghi al chiuso, con l’unica eccezione delle visite negli ospedali e nelle Rsa. In sintesi: addio Green Pass all’aperto dal 1° aprile, poi addio totale dal 1° maggio. Chi non ha fatto il vaccino torna al lavoro e allo stipendio, poiché basterà un tampone rapido ogni 48 ore (fino al 30 aprile bisognerà comunque avere almeno il Green Pass base). Lo stato di emergenza finirà dunque il 31 marzo, e contestualmente si scriverà la parola fine anche alla ragnatela di regole che ci hanno accompagnato in questi anni. Il tema più discusso rimane però quello relativo alle mascherine al chiuso. L’attuale regolamentazione sulle mascherine, obbligatorie in tutti i luoghi al chiuso (compreso a scuola), resterà in vigore fino al 30 aprile.
Il governo però ha dichiarato che agirà in funzione della curva epidemiologica e che se questa dovesse risalire, cosa che non è possibile escludere al momento, vista la contagiosità di Omicron 2 e 3, tornerà sui propri passi.