Gela. La crisi del settore, a livello locale, c’è stata, anche piuttosto dura, tamponata negli ultimi anni dai cantieri del sistema 110 per cento, adesso in via di definitiva conclusione. Per l’edilizia, in città, il 2025 dovrà essere l’anno per un’occupazione che passi soprattutto dai cantieri pubblici. “Ci saranno i lavori per la nuova tangenziale, speriamo sempre nell’avvio di quelli per il porto rifugio e poi va monitorato tutto il sistema di “Qualità abitare”, con l’orto Pasqualello e gli altri appalti oltre al secondo tratto del lungomare – dice il segretario della Fillea-Cgil Francesco Cosca – proprio per questo motivo, chiedo direttamente all’amministrazione comunale un’attenzione particolare per le maestranze locali”. Il segretario sa bene che i cantieri in programma e quelli già partiti, a Montelungo, nell’area del mercato ortofrutticolo e nella zona del fronte mare, possono essere attrattori importanti per gli operai locali. Ci sono inoltre tante incompiute, dalla Gela-Siracusa e fino alla Sp8 che conduce a Butera, “rimasta una vera e propria trazzera”. “La bioraffineria continua a concentrare il maggior numero di posti di lavoro nel settore – precisa Cosca – ma non possiamo accontentarci di questo. Non si può sempre sperare nelle attività previste nel sito industriale di Eni. Serve occupazione locale nei cantieri pubblici, attraverso la formazione assicurata dagli enti bilaterali. Anche i contratti vanno rispettati”.
Il segretario Fillea insiste su un’interlocuzione assidua tra il sindacato, le parti sociali e l’amministrazione comunale. “Rinnovo ancora una volta l’invito ad attivare un tavolo condiviso, per monitorare cantieri e investimenti – conclude Cosca – è essenziale avere un quadro preciso e fare sempre da sprone affinché i lavori partano secondo un dettagliato cronoprogramma, con una vera politica di programmazione”.
Nel tavolo condiviso manca il nuovo ospedale di GELA a ponte olivo