Gela. “Una città che arretra sempre di più”. E’ quella che viene descritta dal segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Cosca. “Sono indignato da quello che sta accadendo – dice – è gravissimo che la commissione medica Inps abbia cessato nuovamente di effettuare le visite in città, anche per i pazienti oncologici. Abbiamo lottato tanto per riattivarle. Purtroppo, non è l’unico passo indietro. Per mesi, all’amministrazione abbiamo chiesto una stanza per la cassa edile. Da ultimo, l’assessore Paolo Marchisciana aveva dato disponibilità ma poi si è dimesso. Più volte, anche su altri temi, abbiamo cercato di interloquire con il sindaco, ma è stato inutile. Pensa di poter fare tutto da solo ma così non si va da nessuna parte”. Il sindacalista ribadisce che i segnali sono sempre più negativi. “Il porto ancora adesso rimane non fruibile. La caratterizzazione delle sabbie è scaduta e c’è la necessità di una nuova procedura. La sanità sta regredendo in modo preoccupante. Al pronto soccorso servono ore e ore di attesa per avere le necessarie cure e i reparti subiscono tagli continui”, aggiunge Cosca. Il segretario degli edili fa un raffronto con altri centri, anche del territorio. “In molte altre città si fanno investimenti e c’è una tendenza ad evolversi – dice inoltre – cosa che a Gela non si riscontra per nulla”.
Le modifiche normative al sistema del bonus 110 per cento, come conferma il sindacalista, fanno suonare un altro campanello d’allarme. “Era uno dei pochi settori che in città in questi ultimi anni ha ottenuto uno slancio, con tante imprese che hanno avviato lavori – conclude – queste modifiche bloccano la cessione dei crediti e lo sconto fattura. Si crea il paradosso di aziende con disponibilità nel cassetto fiscale ma che non riescono ad incassare e rischiano il fallimento. Sono modifiche che violentano i ceti più in difficoltà. I cantieri vanno verso il fermo e di conseguenza i lavoratori non vengono pagati, così preferiscono licenziarsi a fine contratto oppure dare le dimissioni. Le imprese si svuotano e non possono adempiere agli obblighi contrattuali con i condomini. Si accumulano debiti su debiti e non vengono pagati neppure creditori e debitori”. Il settore edile locale è un altro tassello del puzzle della crisi che a breve rischia di saltare definitivamente.