Corte Conti: “Invertire la rotta sui controlli interni, Comune in dissesto perché non hanno funzionato”

 
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Gela. Gli uffici comunali, con in testa quelli del settore finanziario, sono ormai da tempo impegnati, quasi del tutto, per chiudere prima possibile il bilancio stabilmente riequilibrato, anticamera necessaria nel percorso di risanamento dell’ente e di superamento del dissesto. Ancora una volta, però, l’alert lo lancia la Corte dei Conti. I magistrati già fecero rilevare le condizioni che successivamente condussero al dissesto. La sezione di controllo, adesso, torna su un altro punto debole della governance dell’ente. Analizzando il sistema dei controlli interni, per gli anni 2021, 2022 e 2023, la valutazione non è favorevole. “Il sistema dei controlli interni del Comune di Gela appare solo parzialmente adeguato”, concludono i magistrati palermitani. “Si osserva il perdurare delle criticità già evidenziate nelle precedenti deliberazioni di questa sezione riguardo i controlli in esame”, viene precisato. Ancor più incisivo è il collegamento che viene fatto tra la conseguenza del dissesto e appunto l’assenza di un quadro delineato di controlli interni. “Come già rilevato, l’ente nel 2023 ha dichiarato il dissesto finanziario, che appare inevitabilmente condizionato dalla grave carenza organizzativa e dalla parziale adeguatezza dei controlli interni, in parte derivante dall’assenza di figure dirigenziali, con profili di peggioramento nel 2023”, s legge nella deliberazione appena pubblicata. Per la Corte, i controlli che non decollano non possono essere solo effetto di una scarsità numerica quanto al personale, soprattutto dirigenziale. “L’ente è, pertanto, tenuto a invertire in modo sostanziale la rotta, dando piena attuazione al sistema dei controlli interni, anche attraverso la dotazione di risorse umane qualificate e strumentali agli uffici competenti, senza che possa rilevare la denunciata carenza di organico in un Comune di rilevanti dimensioni”, si legge. Le conseguenze, in caso contrario, potrebbero essere ulteriori. “Il collegio rappresenta che l’eventuale mancato superamento (e ancor più il peggioramento) del sistema dei controlli interni comporterà inevitabilmente la segnalazione alla Procura regionale di questa Corte, al fine della valutazione della sussistenza dei presupposti di cui all’art.148, comma 4, del Tuel”, è riportato. La deficitarietà rilevata nella disamina tocca tutti gli aspetti dei controlli interni e riguarda periodi che rientrano nell’amministrazione dell’ex sindaco Greco, che si trovò poi costretta ad accendere la casella del dissesto.

Sul punto del controllo di regolarità amministrativa e contabile viene indicato che “l’implementazione dei controlli di regolarità amministrativa e contabile appare ancora parzialmente adeguata nel triennio, con un aggravamento nel 2023, considerato che su due report previsti, nel 2021 ne è stato effettuato uno, nel 2022 entrambi e nel 2023 nessuno; non sono state assegnate unità di personale (2023) o solo in parte (0,5 nel 2022; 0,111 nel 2021); da quanto dichiarato emerge l’assenza di un ufficio dotato di personale stabilmente destinato a tale controllo; il sistema di controllo dichiarato dall’ente nel 2023 (sulla totalità degli atti) non appare conforme al regolamento”. Conclusioni analoghe arrivano per il controllo di gestione. “Si prende atto della circostanza che il Comune, ai fini del controllo di gestione, ha adottato un metodo di rilevazione analitica per centro di costo, ma si evidenzia la percentuale minima prevista di partecipazione ai servizi a domanda individuale per gli anni 2022 e 2023 e pari allo zero per il 2021 a causa della mancanza della deliberazione. L’implementazione del controllo di gestione appare ancora parzialmente adeguata nel triennio, con un aggravamento nel 2023”, scrivono i magistrati. Sul controllo strategico si individuano sprazzi, dato che per la Corte “non appare pienamente inadeguato nel triennio (in particolare nel 2021 e nel 2023)”. Quello che risalta più di altri è l’accertamento sul controllo destinato agli equilibri finanziari, in un Comune finito poi in dissesto. “Dall’esito dei controlli finanziari della sezione e dalla dichiarazione dello stato di dissesto appare chiaro che il sistema dei controlli sugli equilibri non ha funzionato a dovere e risulta nel triennio parzialmente adeguato”, è indicato. I giudici spingono per un rafforzamento. “Sul punto il collegio, pur essendo consapevole della grave carenza di organico dirigenziale, con particolare riferimento alla figura del responsabile del servizio finanziario, a cui ha dovuto sopperire il segretario generale, il quale (secondo quanto dichiarato dall’ente) nel mese di gennaio 2023 ha effettuato la segnalazione del venir meno degli equilibri, rappresenta la necessità di concentrare risorse umane alla piena attuazione di questo fondamentale controllo, in particolare in un ente con una conclamata situazione di crisi finanziaria e gestionale”, viene riportato. “Inadeguato” è definito il sistema di controllo sugli organismi partecipati, a causa dell’assenza di “una specifica struttura dedicata al controllo” e “dell’assenza di report informativi periodici per il triennio in esame”. Pochi spiragli in più si notano per il controllo sulla qualità dei servizi, “appare inadeguato nel 2021 e parzialmente adeguato nel 2022 e nel 2023”. Non va meglio per le procedure legate ai finanziamenti Pnrr. “Il sistema informativo dell’ente non ha raccolto i dati sullo stato di avanzamento procedurale, finanziario e fisico degli interventi del Pnrr al fine di garantire la successiva archiviazione informatica nel sistema ReGiS per il triennio esaminato”, sostiene la sezione della Corte dei Conti regionale. Il quadro generale è ancora a tinte fosche e sicuramente non aiuta in una fase volta al risanamento finanziario. Quello dei controlli interni è uno scoglio che adesso tocca all’attuale amministrazione affrontare, seppur con una dotazione di personale ai minimi.

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