Gela. Ad inizio novembre verrà formalizzato il giuramento del perito incaricato di trascrivere il contenuto delle intercettazioni alla base dell’inchiesta che diversi anni fa si sviluppò tra il territorio locale e la zona dell’ennese. Venne individuata una presunta base per l’organizzazione di corse clandestine di cavalli. Gli investigatori intervennero durante una di quelle monitorate, su un tratto della 117 bis Gela-Catania. Dopo gli arresti, in fase di riesame molte misure cautelari vennero riviste. I coinvolti si sono sempre difesi, escludendo che i cavalli fossero usati per competizioni clandestine. Sono diversi i gelesi adesso a processo davanti ai giudici del tribunale di Enna. Ad inizio anno, il gup ennese dispose il rinvio a giudizio. Secondo gli investigatori, sarebbero state somministrate sostanze dopanti per migliorare le prestazioni dei cavalli, sui quali si puntava con un giro di scommesse. Il dibattimento è stato aperto in settimana.
Le indagini erano state chiuse nei confronti di Salvatore Puccio, Emanuele Puccio, Giuseppe Emmanuello, Pietro Tosto, Orazio Fazzino, Benedetto Rinzivillo, Graziano Gallo, Rosario Cassarino, Gaetano Cassarà, Nunzio Martorana, Emanuele Trainito, Andrea Criscione, Salvatore Gagliano, Giuseppe Mirabella, Mario Novello, Salvatore Sallemi, Calogero Abati, Salvatore Blanco, Riccardo Spataro, Liborio Lo Stimolo e Gioacchino Iozzia. Insieme ai gelesi, ci sono ennesi, catanesi e niscemesi. Il blitz dei militari della guardia di finanza e dei poliziotti scattò dopo un lungo periodo di osservazioni e appostamenti. Il gruppo si sarebbe mosso con precise regole, anche per evitare controlli. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Francesco Alberghina, Rosario Prudenti, Francesco Incardona, Patrizia Romano, Mario Brancato e Fabio Bennici.