Gela. Si muove l’iter per la richiesta dell’area di crisi in città, indispensabile a sopperire con le misure previdenziali agli oltre mille lavoratori che ruotano nell’indotto della fabbrica Eni.
A Palermo, i funzionari della regione hanno iniziato a valutare i requisiti della richiesta. “E’ iniziata la fase di studio e valutazione dei requisiti economici e normativi del nostro territorio – assicura il sindco Fasulo – Attendiamo che il documento venga deliberato dalla Giunta regionale. Solo successivamente approderà a Roma, dove il ministero allo Sviluppo economico (Mise) sarà chiamato a ratificarlo per la definitiva approvazione dello stato di area di crisi a Gela”. Quello dell’istituzione dell’area di crisi è solo uno dei punti sottoscritti al Mise il 6 novembre scorso dai vertici Eni. Si tratta di una misura indispensabile a garantire l’occupazione nel territorio in attesa del definitivo avvio della green refinery del colosso energetico del colosso del cane a sei zampe. Infatti, l’avvio della produzione di biocarburanti in città è fissato per il primo semestre del 2017. Prima di allora, come annunciato dallo stesso amministratore delegato di RaGe (Raffineria Gela), Carlo Guarrata, bisognerà attraversare un periodo difficile.