Gela. “Un Pd unito è garanzia di unità di tutto il centrosinistra. Noi siamo impegnati su questo fronte. Le correnti? Stimolano il confronto”. L’avvocato Claudia Caizza, che ha una lunga militanza nel Pd locale e provinciale, al termine delle primarie del partito è stata eletta all’assemblea nazionale. Insieme all’ex segretario provinciale Peppe Di Cristina, rappresenta il gruppo locale negli organismi nazionali. “Io e Di Cristina siamo stati eletti per rappresentare le istanze del territorio e del partito locale – spiega – non c’è nessun accerchiamento a danno della dirigenza cittadina. Non esiste un partito dentro il partito. Sono cose che non hanno fondamento. Non bisogna temere i laboratori o le associazioni, che ci sono sempre stati”. La dirigenza locale, alle primarie, si è schierata con il neo segretario nazionale Elly Schlein. Altri dem della prima ora, invece, hanno seguito la proposta di Stefano Bonaccini. Molti, in città, hanno letto l’esito finale anche come un progressivo cambio di pelle del Partito democratico. L’elezione dell’avvocato Caizza, che fa parte del laboratorio “Progressisti e rinnovatori”, e quella di Peppe Di Cristina (entrato nella direzione nazionale), non hanno trovato il seguito locale che ci si sarebbe potuto attendere. Il segretario Guido Siragusa e gli altri dirigenti sembrano piuttosto guardinghi, quasi per evitare che possa esserci un tentativo di dettare la linea a vantaggio delle aree che si stanno concretizzando attraverso il laboratorio “PeR”, fondato dall’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, o che si riconoscono in Di Cristina (che a breve terrà a battesimo l’associazione “Rigenerazione democratica”). “E’ proprio l’impostazione che è sbagliata – continua Caizza – il segretario nazionale Elly Schlein ha posto come obiettivo fondamentale quello dell’unità del partito. Le decisioni vanno prese negli organismi di partito. Ci sono l’assemblea e la direzione. Non esistono altri modi. Il tema non può essere individuare il candidato a sindaco, per poi trovare posizionamenti. Il dibattito interno si fa negli organismi. Noi non ci riteniamo affatto corpi estranei”. Tra Donegani e l’ex presidente del partito locale Caizza, l’intesa politica c’è da sempre. Ora, le loro posizioni sono assai affini a quella dell’ex segretario Peppe Di Cristina. Siragusa e i dirigenti che alle primarie hanno sostenuto Schlein vorrebbero definire una linea che non venga “commissariata” dalle correnti. “La mia candidatura all’assemblea nazionale non arriva da una richiesta – precisa Caizza – mi sono messa a disposizione del partito, come ho sempre fatto. L’elezione mi inorgoglisce perché è frutto della mia storia e della mia coerenza. L’obiettivo deve essere aggregare idee. Nessuno vuole fare prevalere rendite politiche. Il campo di riferimento del Pd non può che trovare riscontro in quello progressista. Vedo molto bene il dialogo con il Movimento cinquestelle e con l’area civica”. Caizza non forza la mano e non sembra interessata ad una sfida interna al partito locale, anche nella prospettiva delle prossime amministrative.
“Dobbiamo preoccuparci di battere la peggiore destra di sempre – dice ancora – i temi sono lo sviluppo del territorio, il Pnrr, la transizione ecologica, il no all’autonomia differenziata e i diritti. I preconcetti non favoriscono il dialogo ma lo schermano”. Caizza infine traccia quello che potrebbe essere l’ipotetico identikit del candidato a sindaco. “Deve essere una persona che con umiltà – conclude – sappia dettare la linea, avere i riferimenti necessari sia a livello regionale sia sul piano nazionale e che sappia valorizzare tutte le personalità interne al partito”.