Gela. In giunta non entrano, la sfiducia al sindaco non la firmano ma la vogliono costruire, intanto la truppa in consiglio comunale aumenta.
La “famiglia” non è più un problema. I democratici scrutano Messinese e i suoi, ci parlano anche, li vorrebbero nel centrosinistra in attesa di riprendersi il municipio. Perché i dem locali hanno un pensiero fisso, la fascia tricolore di primo cittadino, dopo l’atipico interregno del mezzo grillino Messinese. La strategia la stanno aggiornando, mese dopo mese. Sono di nuovo compatti, la “famiglia” del segretario Peppe Di Cristina, dopo le forsennate polemiche del passato, non è più un problema. Il capogruppo Vincenzo Cirignotta si è preso anche la commissione bilancio e non ha mai nascosto di puntare alla poltrona di sindaco. Era lui a guidare la fronda anti Di Cristina-Donegani-Speziale-Arancio, ma dopo essersi legittimato anche davanti al duo Crocetta-Lumia, è rientrato nei ranghi. Con lui, Romina Morselli, altra contestatrice della “famiglia” dem. Per loro, adesso, il partito è unito e deve “guidare il centrosinistra locale”. Nella truppa democratica, però, ora ci sono anche i centristi, quelli che hanno detto no a Sicilia Futura di Salvatore Cardinale e Renato Mauro. C’è Guido Siragusa che quanto a velleità di sindacatura non è secondo a nessuno.
Contrordine…tutti compatti. Per ora, tutti sembrano compatti nel dire no alla sfiducia dei grillini e nel dire sì alla candidatura all’Ars del deputato uscente Giuseppe Arancio. Il tramite con la giunta, tra alti e bassi, sembra il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, che a Di Cristina non ha mai voltato le spalle. La bufera delle primarie non conta più, anzi le primarie le vogliono di nuovo per capire chi vorrà fare il sindaco, dopo l’interregno del mezzo grillino Domenico Messinese. La “famiglia” è allargata e se lo volesse l’interregno crollerebbe in men che non si dica. Appunto, se lo volesse.