Gela. Ad un anno di distanza dalla sequenza di colpi di pistola che raggiunsero il venticinquenne Igland Bodinaku, giovane albanese da anni residente in città, arriva la condanna per chi quell’arma la utilizzò. Gli spari in via Minardi. Sei anni e otto mesi di reclusione per il ventitreenne Graziano Romano. La decisione è stata pronunciata dal giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro, a conclusione del giudizio abbreviato scelto dall’imputato e dal suo legale di fiducia, l’avvocato Carmelo Brentino. L’azione messa in atto da Romano si concretizzò in via Minardi, a Sant’Ippolito. Bodinaku, intanto ristretto ai domiciliari nel suo appartamento, venne raggiunto dagli spari che lo colpirono in diverse parti del corpo. Romano, così, è stato chiamato a rispondere di tentato omicidio e del possesso di armi clandestine. Il pm Serafina Cannatà ne chiedeva la condanna a sette anni e quattro mesi di detenzione. In base alla ricostruzione degli investigatori, l’imputato avrebbe agito per vendetta. Pochi mesi prima, Bodinaku, insieme a due complici, avrebbe preso di mira l’abitazione della famiglia Romano. Diversi colpi d’arma da fuoco raggiunsero l’ingresso. Per quei fatti, lo stesso Bodinaku si trova a giudizio. Uno dei complici, invece, ha già patteggiato la pena.
“Non c’era intenzione di uccidere”. Il legale di difesa, l’avvocato Carmelo Brentino, ha contestato le accuse soprattutto facendo riferimento all’assenza di qualsiasi volontà di uccidere. Romano, arrestato dopo pochi giorni dai carabinieri, avrebbe sparato solo per intimidire il rivale. L’impianto accusatorio, però, ha retto ed è scattata la condanna.