Gela. Sono tanti i punti rimasti insoluti nella vicenda del servizio idrico. Negli scorsi mesi, dopo un richiamo formale giunto dall’assessorato regionale all’energia, la commissione tecnica, della quale ha fatto parte il sindaco Lucio Greco, ha votato a maggioranza per lo scioglimento anticipato del contratto con Caltaqua. Gravi inadempienze dovrebbero portare alla fine del rapporto con la società italo-spagnola. Gli atti sono stati trasmessi alla Regione, ma è la nuova Assemblea territoriale idrica che avrà un ruolo determinante. Tocca all’Ati presieduta dal sindaco di Niscemi Massimiliano Conti decidere sul futuro del servizio. “Deve essere presa una decisione chiara – dice Antonio Surace del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica – in commissione tecnica abbiamo votato per lo scioglimento del contratto per gravi inadempienze e quindi senza aggravi in capo all’Ati”. Per l’esponente del Forum è essenziale che il Tar Palermo si pronunci sul ricorso che venne presentato ormai quattro anni fa, contestando la legittimità degli aumenti tariffari previsti per il periodo che va dal 2016 al 2019. “Sono illegittimi perché non venne presa in considerazione la delibera dell’Autorità nazionale che già fissava una serie di agevolazioni e canoni calmierati – continua Surace – ancora aspettiamo che i giudici amministrativi si pronuncino”. Sulla sorte del servizio e sul passaggio di consegne dall’Ato all’Ati pesano i circa 20 milioni di euro di due lodi arbitrarli. Soldi che l’Ato dovrebbe versare a Caltaqua, anche se non sarebbero ancora definitivi.
Un fardello finanziario enorme, che il presidente dell’Ati Massimiliano Conti e i suoi tecnici stanno verificando. “Su questo fronte – conclude Surace – bisogna evitare che a pagarne le conseguenze siano gli utenti. Nel lodo sono ricompresi circa otto milioni di euro che la Regione non ha erogato nel 2010”.