Gela. Centinaia di episodi, tutti di cessione di sostanze stupefacenti, ricostruiti dettagliatamente dai poliziotti che hanno monitorato due “basi” dello spaccio in città. Sistemi video e intercettazioni hanno dato linfa all’indagine “Smart working”, che ha preso in esame un periodo fino al febbraio 2021, partendo dai mesi della pandemia del 2020. Erano costanti i contatti per avere droga, prevalentemente cocaina. Nella zona del “Bastione”, gli investigatori misero sotto stretto controllo l’abitazione di Francesco Scicolone, con precedenti sempre per droga e contatti assai avanzanti con la piazza di spaccio di Niscemi, dove è stato coinvolto in altre operazioni. In via Perugia, invece, l’attenzione si concentrò sull’abitazione di famiglia di Giacomo Tumminelli, a sua volta con precedenti per droga e toccato da altri blitz. I domiciliari sono stati imposti alla moglie, Anna Maganuco. La droga, inizialmente, pare fosse veicolata attraverso giovani incensurati, a loro volta individuati dai poliziotti. Sono stati raggiunti da misura detentiva inoltre i fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano, Giovanni Simone Alario e Marco Ferrigno (tutti in passato al centro dell’indagine “Revenge”). Misura in carcere, dove era già detenuto, per Salvatore Azzarelli, in estate ferito a colpi di arma da fuoco in via Venezia e poi sottoposto all’aggravamento per violazione delle prescrizioni che gli erano state imposte. E’ stato coinvolto anche in vicende di mafia. Il ventenne Giovanni Bonelli, nell’arco degli ultimi due anni, è già stato arrestato, sempre per il possesso di droga, in tre occasioni. Era stato fermato la scorsa settimana e trasferito in carcere. Cocaina, hashish e marijuana, li nascondeva in casa. Il ventitreenne Francesco Casco in passato è stato sottoposto a misura per furto e lo scorso anno invece venne ferito, seppur lievemente, da colpi di arma da fuoco, in un’area rurale della città. In carcere, infine, Antonio Seca Curvà, individuato dai poliziotti nell’ambito del gruppo che sarebbe stato attivo nel piazzare droga.
Nell’ordinanza che ha portato alle misure autorizzate dal gip, i pm della procura scandagliano i contatti e la catena dei presunti pusher, che avrebbe garantito introiti ingenti. Nei prossimi giorni, gli indagati si presenteranno per gli interrogatori.